Macerata

Tolentino, rapina in autogrill: uno parla l’altro resta zitto. Entrambi resteranno in carcere

Per il 54enne corridoniano il giudice ha disposto gli arresti domiciliari una volta che sarà disponibile il braccialetto elettronico, nel frattempo resterà a Montacuto

TOLENTINO – Si è svolta stamattina in carcere a Montacuto (Ancona) la convalida dei fermi dei due rapinatori finiti in manette domenica scorsa e ritenuti essere gli autori della rapina a mano armata compiuta in autogrill sulla superstrada all’altezza di Tolentino. Difesi dagli avvocati Alessandro Ciarrocchi e Antonella Passalacqua, il primo, un magrebino di 34 anni senza fissa dimora che a maggio scorso era uscito dal carcere dopo aver scontato un definitivo per droga, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Parte della refurtiva e gli abiti utilizzati per la rapina

Il corridoniano, un 54enne che lavora in un bar, invece ha deciso di rispondere. Accanto a lui c’era l’avvocato Giacomo Curzi, in sostituzione della collega Passalacqua, al gip Giovanni Maria Manzoni ha dato la propria versione dei fatti, avrebbe ammesso la rapina senza specificare chi ne fosse l’ideatore, avrebbe poi aggiunto di aver indossato la calza e la parrucca da pagliaccio per non farsi riconoscere, la pistola usata per il colpo che aveva fruttato loro circa 7 mila euro tra contanti, sigarette e gratta e vinci invece l’avrebbe trovata in una borsa nei pressi dell’abitazione mentre lo scooter rubato a Porto Sant’Elpidio il 12 luglio scorso lo avrebbe trovato il complice ricevendolo da un connazionale.
La mattina del 23 entrambi erano entrati nell’autogrill sulla superstrada a Tolentino con i volti travisati, uno dalla calza e dalla parrucca l’altro da un casco integrale. A rintracciarli, in meno di 24 ore, erano stati i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, guidati dal tenente Federico Pellegrini, che con il supporto di colleghi erano riusciti a risalire all’identità degli autori e a sottoporli a fermo dopo l’irruzione nel casolare eseguita alle prime luci dell’alba di domenica scorsa.

Oggi dunque il gip Giovanni Manzoni ha concesso al corridoniano gli arresti domiciliari col braccialetto elettronico, per cui finché non ci sarà la disponibilità del dispositivo resterà in carcere ad Ancona, per il complice invece, senza fissa dimora, il giudice ha disposto la custodia in carcere. Il legale dell’extracomunitario Alessandro Ciarrocchi alla luce di quanto emerso in corso di convalida valuterà se far sottoporre a interrogatorio il proprio assistito e se proporre ricorso al Tribunale del Riesame per la misura non concessa (era stato chiesto dalla difesa l’obbligo di dimora).

un fotogramma della telecamera di videosorveglianza