Macerata

Tolentino, al via i lavori nel duomo di San Catervo. Il vescovo: «Un grande segno di speranza per la nostra gente»

Il sindaco: «Finalmente dopo la Basilica di San Nicola si dà avvio ai lavori di San Catervo altro luogo di culto molto caro a tutti i tolentinati»

La chiesa di San Catervo a Tolentino

TOLENTINO – Questa mattina, 13 settembre, il vescovo Nazzareno Marconi ha presieduto il Rito di benedizione per l’apertura del cantiere di lavoro del duomo di S. Catervo a Tolentino. Hanno partecipato alla cerimonia il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli, il sindaco Mauro Sclavi e il parroco don Gianni Compagnucci.

«L’inizio del cantiere di restauro del Duomo di San Catervo a Tolentino apre di fatto la stagione della grande ricostruzione da parte della nostra Diocesi. Già varie chiese, più o meno significative, sono state restaurate o sono in corso di restauro, ma con il Duomo di San Catervo si fa un salto di qualità molto significativo. L’importanza pastorale e spirituale di questa chiesa è nota a tutti, anche perché il Duomo di San Catervo conserva nella Cappella di San Catervo la memoria di costui che fu il primo evangelizzatore delle nostre terre. Che da Roma, lungo la via Flaminia, portò tra noi la fede cristiana. Il Sarcofago di San Catervo è un’opera unica della fine del IV secolo. È prima di tutto una testimonianza famosissima della prima arte cristiana. Le sue immagini si trovano in tantissimi libri e anche nei catechismi o nei testi liturgici che usa la chiesa in tutto il mondo. E poi le sue iscrizioni ci forniscono un documento unico della storia di evangelizzazione della terra maceratese e di quanto la fede fosse qui antichissima e ben radicata. Offrire questo attraverso un restauro che sarà fatto nella maniera migliore alla nostra terra vuol dire veramente ripartire dai fondamenti e anche ridare all’inizio del Giubileo della Speranza un grande segno di speranza per la nostra gente», ha detto il vescovo Nazzareno Marconi.

I lavori consisteranno nella riparazione dei danni strutturali prodotti dal Sisma del Centro Italia del 2016 e nella messa in sicurezza degli apparati decorativi. Progettati dall’architetto Alessandro Nardi in collaborazione l’ingegner Henry Gullini, col coordinamento dell’Ufficio Sisma della Diocesi di Macerata, saranno eseguiti dall’impresa Fratelli Navarra srl.

L’intervento è finanziato tramite l’Ordinanza del Commissario Straordinario per la Ricostruzione post Sisma del Centro Italia 2016, n. 105 del 22.08.2020. La fine dei lavori è prevista per il mese di settembre 2026.

«Giornate come questa alimentano in noi la forza di proseguire in una ricostruzione complessa ma assolutamente necessaria, perché si tratta di tutelare le origini della nostra terra e della nostra civiltà. L’Appennino centrale è stato culla di fede, cultura, arte e spirito di innovazione e oggi siamo qui a testimoniare la risolutezza di un territorio che non si è arreso nemmeno di fronte al terremoto. Ringrazio il Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, con cui abbiamo condiviso scelte importanti in Cabina di coordinamento, il Vescovo Nazzareno Marconi, che interpreta con grande sensibilità e responsabilità la ricostruzione sia materiale che sociale della sua Diocesi e il sindaco Mauro Sclavi. Prendiamo atto dei passi avanti di una ricostruzione che finalmente si è sbloccata e lavoriamo a testa bassa perché non possiamo perdere nemmeno un minuto», ha detto il commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli.

In particolare la Diocesi ringrazia l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata per la preziosa collaborazione istituzionale e sul piano tecnico-amministrativo.

Chiesa di San Catervo, un po’ di storia

L’attuale chiesa di S. Catervo è in realtà la terza fabbrica eretta sul medesimo luogo nel corso dei secoli. Il primo sacello dedicato al Santo Martire del IV secolo, primo evangelizzatore di queste terre, fu voluto dalla moglie di lui, Settimia Severina, per raccoglierne le spoglie mortali, che riposano tuttora nel sarcofago monumentale insieme a quelle del figlio Basso. Qui nel IX secolo i monaci di San Benedetto fondarono un’abbazia, al cui interno fu inglobato l’edificio preesistente. Dopo il 1256 i religiosi riedificarono la chiesa, in stile gotico. Questa nel 1490 passò in commenda al nobile locale Giovanni Battista Rutiloni che nel 1507 la cedette in dono a Giulio II; il Papa, allora, vi fece insediare i Canonici Lateranensi che ne mantennero la proprietà fino alle soppressioni napoleoniche. Per volere di S. Vincenzo Maria Strambi, vescovo di Macerata e Tolentino, il tempio fu ricostruito nelle forme attuali a partire dal 1822, per essere canonicamente eretto a concattedrale. A seguito del decreto del Dicastero per i Vescovi del 5 giugno 2022, che ha eretto la collegiata di San Giovanni di Macerata a unica cattedrale della diocesi unita, S. Catervo ha contestualmente assunto la denominazione di duomo, vale a dire chiesa più importante della città, nella quale sono sedimentate le sue memorie storiche e spirituali, costituenti il patrimonio culturale della comunità, religiosa e civile.

Il sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi: «Con grande piacere partecipiamo a nome di tutta la comunità tolentinate alla cerimonia di consegna dei lavori della nostra concattedrale dedicata al Santo Patrono Catervo. La nostra Città è interessata da tantissimi cantieri che garantiscono la ristrutturazione e il restauro di edifici pubblici e privati e anche di scuole e di chiese. Finalmente dopo la Basilica di San Nicola si dà avvio ai lavori di San Catervo altro luogo di culto molto caro a tutti i tolentinati. Siamo grati al Commissario Guido Castelli e al vescovo Nazzareno Marconi e a tutta la Diocesi per aver lavorato in simbiosi, insieme ai tecnici e agli uffici dell’USR, per giungere a questo importante risultato. Crediamo infatti che sia fondamentale, oltre che ricostruire le case, le scuole, gli edifici pubblici e l’ospedale, pensare anche alla spiritualità intrinseca nei nostri cittadini e al mantenimento delle chiese dove poter accrescere, giorno dopo giorno, la propria fede».