SERVIGLIANO – Sono passati circa quattro mesi dalla tragedia di Servigliano nella quale ha perso la vita la piccola Jennifer Francesca. A oggi ancora nessuna novità sulle cause e sull’ora del decesso della bambina di sei anni. Era la notte tra il 7 e l’8 gennaio quando intorno alle 3, nell’abitazione in via Circonvallazione Cluentina, è divampato l’incendio che ha sconvolto la vita di un’intera famiglia.
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In un primo momento la 37enne bulgara Pavlina Mitkova, madre delle due bambine, aveva spiegato ai vigili del fuoco e agli inquirenti giunti sul posto per i soccorsi, che nella loro abitazione era scoppiato il rogo e che era riuscita a portare in salvo la figlia più piccola, di 4 anni, ma non la più grande, di 6 anni, Jennifer Francesca. Le fiamme infatti, aveva riferito la donna ai carabinieri, le si erano sbarrate davanti e non era riuscita a rientrare in casa.
Una ricostruzione che fin da subito non aveva convinto gli inquirenti motivo per il quale la donna è stata arrestata, appena 12 giorni dopo, con l’accusa di incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato. Capi di imputazione che, a seguito dell’esito dell’autopsia sul corpo della piccola Jennifer Francesca, potrebbero anche cambiare. La Mitkova, nell’udienza di convalida del fermo che si è svolta davanti al gip Cesare Marziali due giorni dopo l’arresto, si è avvalsa della facoltà di non rispondere dichiarandosi innocente.
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Ma è proprio sugli esiti dell’autopsia che non ci sono ancora novità (soprattutto a causa dei problemi legati all’emergenza sanitaria) da mesi. «Ho predisposto l’istanza per la concessione degli arresti domiciliari per la mia assistita – ha fatto sapere l’avvocato Emanuele Senesi che difende la 37enne bulgara insieme al legale Gianmario Sabbioni -. Per quanto riguarda l’autopsia c’è stata una proroga della sospensione dei termini fino all’11 maggio quindi probabilmente fino a quella data non ci saranno novità».
Non ci sono al momento dati ufficiali né sull’ora né sulla causa della morte della piccola nonostante la nomina di un anatomopatologo da parte della procura per eseguire ulteriori accertamenti, oltre a quelli effettuati dal medico legale Alessia Romanelli e dal tossicologo Rino Froldi, hanno fatto supporre ai legali della difesa che «la bambina non sia morta per asfissia».
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Nessun funerale per la piccola Jennifer il cui corpo si trova ancora all’obitorio dell’ospedale di Torrette. Una tragedia nella tragedia per il padre delle due bambine e marito della Mitkova, Ali Krasniqui, che la sera dell’incendio non era in casa.
«A oggi il mio assistito non ha mai visto la figlia minore (che si trova in una casa protetta, ndr) né fisicamente (prima delle restrizioni legate al Covid) né in videochiamata – ha fatto sapere l’avvocato Maria Cristina Ascenzo, legale dell’uomo -. Solo il 27 febbraio il tribunale dei Minori di Ancona ha disposto il sostegno psicologico per la figlia minore della coppia ma, al momento, non sappiamo se questo sia stato attivato o se sia proseguito anche in questi giorni di restrizioni come non sappiamo ugualmente come sta la bambina dato che a ogni richiesta ci viene risposto, puntualmente, un secco “bene”. Le vittime di questa tragedia sono tante e spero che non venga dimenticato che c’è un padre distrutto che non vede sua figlia da quattro mesi, che non sa come sta sua moglie in carcere e che non può dare una degna sepoltura alla piccola Jennifer».
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