MACERATA – L’attività investigativa rientra nell’ambito di servizi di controllo antiriciclaggio nei confronti di un money transfer, gestito da un extracomunitario. Le attività ispettive hanno consentito di portare alla luce un sistema che ha permesso il trasferimento all’estero di ingenti quantitativi di denaro, eludendo i controlli previsti dalla normativa di settore. I finanzieri hanno appurato che in diverse circostanze sono state adottate tecniche di frazionamento (il cosiddetto smurfing) degli importi da trasferire attraverso l’utilizzo, da parte dei clienti, del sistema finanziario “multicanale” dei numerosi Istituti di pagamento nazionali ed esteri, allo scopo di aggirare i blocchi automatici adottati dagli istituti per evitare l’invio di importi superiori alla soglia di legge nell’arco di sette giorni. L’espediente, illecito, di frazionare una somma più grande in tante più piccole, avrebbe consentito di occultare la reale quantità di denaro trasferito, in modo da scongiurare che l’operazione potesse ingenerare sospetti nelle autorità di vigilanza e produrre una o più segnalazioni per operazioni sospette, proprio in virtù dei limiti quantitativamente previsti dalla normativa antiriciclaggio (non si possono trasferire più di 999 euro in una settimana).
L’attività ispettiva, condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Macerata guidato dal colonnello Massimiliano Bolognese, ha preso in esame più di 33.000 operazioni di trasferimento di denaro eseguite in un arco temporale di un anno e mezzo (da inizio 2020 fino all’autunno del 2021), per un volume complessivo di oltre 10 milioni di euro, e ha permesso di accertare diverse violazioni, commesse sia dal titolare del money transfer che da numerosi clienti. Nello specifico, il controllo ha consentito di accertare che 77 clienti, in una settimana, avevano inviato denaro per un importo pari o superiore a 1.000 euro in alcuni casi a uno stesso beneficiario, in altri casi a persone diverse, attraverso i circuiti finanziari degli istituti di pagamento nazionali e comunitari con i quali l’agente opera in qualità di mandatario. Sono quindi scattate sanzioni per 4 milioni e mezzo di euro per l’agente e per la stessa cifra, complessivamente, anche per i clienti. Ma all’agente del money transfer sono state contestate ulteriori sanzioni amministrative per oltre 300 mila euro perché non aveva effettuato le dovute segnalazioni di operazioni sospette agli organi competenti, come previsto dalla normativa antiriciclaggio.
I risultati delle indagini sono state comunicate anche al Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, deputato all’irrogazione delle sanzioni contestate e all’applicazione della misura della sospensione, sino a tre mesi, dell’esercizio dell’attività. Ulteriori accertamenti saranno svolti per rilevare eventuali irregolarità anche sul piano fiscale.