TREIA – La discussione con la compagna, la decisione di lei di andare via di casa, poi l’arrivo dei carabinieri, l’arresto per resistenza e di notte il black-out interiore. A 35 anni e una vita non semplice alle spalle, il giovane si è stretto un cappio attorno al collo e si è lasciato cadere nel vuoto. Il suo corpo, ormai senza vita, è stato trovato ieri mattina in corridoio dal personale dei Servizi sociali che aveva suonato alla porta senza ottenere risposta. È finita nel modo più tragico la notte di tensioni a Treia dove la coppia viveva da circa due anni. Lui di origine iraniana, lei italiana, si erano conosciuti a fine agosto del 2020 e avevano deciso di iniziare un percorso di vita insieme. Ieri, appresa la tragica notizia, la compagna si è sfogata: «È stato lasciato solo. Aveva problemi e una storia tragica alle spalle, ci saremmo dovuti sposare il 27 dicembre».
Il dramma era iniziato nel tardo pomeriggio di giovedì, poco prima delle 19.30 quando dopo l’ennesima discussione la compagna era andata via di casa e aveva raggiunto la guardia medica. Non aveva con sé il cellulare (che era rimasto a casa, lei e il compagno ne avevano uno solo che usavano entrambi) e aveva chiesto di chiamare il 112. Nel giro di pochi minuti sono intervenute due pattuglie, una di Appignano che si è diretta verso l’abitazione di lei e una di Treia che ha raggiunto la guardia medica. Lei e il compagno erano già conosciuti, in passato avevano affrontato diversi problemi, anche con il supporto dei Servizi sociali, giovedì pomeriggio la donna ha chiesto ai militari di poter andare in un centro antiviolenza e di essere accompagnata a casa per riprendere le proprie cose, poco prima infatti aveva litigato col compagno, lui l’avrebbe minacciata e lei aveva paura ad andare da sola.
I militari della locale Stazione si sono subito attivati e tramite un’associazione le hanno trovato un posto sicuro dove stare. Ma quando lei è rientrata in casa e il compagno ha capito che se ne sarebbe andata, ha reagito con rabbia, prima buttando a terra una scala a libretto, poi, preso un grosso coltello da cucina, lo ha puntato contro un militare: «Io mi ammazzo, vi ammazzo tutti, lei non va da nessuna parte», ha urlato per poi colpirsi alla testa con l’arma. Alla fine ha gettato il coltello a terra ed è stato immobilizzato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è stato quindi portato in caserma per le formalità di rito e lì i militari hanno chiamato il 118, sul posto è intervenuta un’ambulanza ma il 35enne si è rifiutato di andare in ospedale e i sanitari hanno ritenuto non necessario il ricovero. Dopo l’arresto, su disposizione del magistrato di turno, il giovane è stato posto ai domiciliari in casa di lei dal momento che la compagna era stata portata in una struttura protetta, ma in piena notte il 35enne è evaso, è andato dalla guardia medica, cercava la sua compagna. È stato riportato a casa, ma prima che facesse giorno si è stretto dei cavi elettrici attorno al collo e si è lasciato cadere nel vuoto.
Ieri, dopo la tragica scoperta, la compagna che nel frattempo ha raggiunto l’avvocato del 35enne, il legale Mauro Chiariotti, si è sfogata: «Era delirante ed è stato lasciato da solo. Aveva dei problemi personali di vita, aveva una storia tragica alle spalle. Ieri pomeriggio (giovedì per chi legge, ndr) si è scagliato contro di me, era arrabbiato perché aveva speso diversi soldi, la macchina era di nuovo rotta, non aveva un lavoro. In passato aveva fatto gesti autolesionistici quando aveva dei problemi. Ci dovevamo sposare il 27 dicembre, avevo già chiesto i certificati». Ieri mattina nell’abitazione sono intervenuti nuovamente i carabinieri e il 118 ma ormai per il giovane non c’era più nulla da fare.