Macerata

Da Unicam lo studio su un protocollo di cura innovativo per il Covid-19: tra un mese gli esiti

Lo studio del ricercatore Giacomo Rossi è stato analizzato dall'ascolano Francesco Bellini. Molto fiero il rettore Unicam Pettinari

Il ricercatore Unicam Giacomo Rossi

CAMERINO – Il professor Giacomo Rossi, medico veterinario della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Camerino, ha depositato a Washington il suo brevetto sulla terapia anti Coronavirus. Il professore 52enne di Livorno, come anche tutto il mondo, è in attesa ora dei primi esiti, che dovrebbero arrivare nel giro di un mese, per capire se la terapia potrebbe rappresentare una cura contro il Covid-19.

Il professor Rossi infatti stava già conducendo uno studio sul Coronavirus del gatto, FeCoV, dato che da molti anni si verifica una patologia grave, spesso dall’esito mortale, per la quale non esistevano né una cura né un vaccino. Il gruppo di ricerca coordinato dal professore Unicam, ha scoperto che il virus presenta un numero maggiore di legami con i siti di glicosilazione del recettore ACE2 cellulare (il recettore che Covid-19 utilizza per entrare nelle cellule del polmone, dell’apparato digerente e del tratto genito-urinario dell’uomo). 

«I siti di glicosilazione sono delle aree in cui delle molecole di zucchero semplice si legano a una proteina ancorata sulla membrana cellulare – ha spiegato il professore Rossi, che è partito da alcuni studi di medici cinesi -. In particolare, ho notato che tutti questi siti di glicosilazione sono costantemente legati all’ultimo amminoacido della proteina di membrana, che è l’aminoacido Asparagina. Da qui l’idea di utilizzare un vecchio farmaco, ben noto per gli oncologi che lo usano nella terapia della leucemia acuta dei bambini, la L-Asparaginasi, che è un enzima che eliminando l’aminoacido Asparagina “taglia” di fatto il legame dello spike virale con il suo specifico recettore cellulare, bloccando di fatto l’infezione. Questo farmaco, unito alla già nota Clorochina, che funziona bloccando l’ingresso del virus nella cellula tramite un altro meccanismo alterante il pH delle vescicole che trasportano il virus al proprio interno, e all’Eparina, che previene il danno acuto vascolare indotto dalla tempesta dell’infiammazione causata dal virus, e quindi la trombosi secondaria, copre in maniera completa l’infezione e gli effetti dell’infezione sull’uomo».

Il ricercatore ascolano Francesco Bellini (foto Wikipedia)

Lo studio del ricercatore Unicam è stato analizzato dal noto imprenditore, ricercatore nonché ex dirigente sportivo dell’Ascoli, Francesco Bellini, laureato ad honorem Unicam, cofondatore della società canadese Biochem Pharma e presidente della ViroChem Pharma, nonché membro del Consiglio di amministrazione di Montreal Heart Institute Foundation e Canada Science Technology&Innovation Council. In tre giorni di studi e analisi poi, il brevetto è stato depositato negli USA, a Washington DC, ed è già in fase di valutazione in vari ospedali statunitensi e canadesi per una rapida applicazione.

«È presto per poter dire se questa cura sarà efficace – ha commentato il rettore Unicam Claudio Pettinari – ma ancora una volta esprimo grande soddisfazione, a nome dell’intera comunità universitaria, per questo ulteriore successo che conferma l’eccellenza della qualità della ricerca scientifica dell’Università di Camerino, riconosciuta anche a livello internazionale. In questa occasione la soddisfazione è ancora più grande perché abbiamo messo in campo le competenze dei nostri ricercatori per trovare soluzioni che siano a beneficio della salute pubblica mondiale. Mi complimento con il professor Rossi, di cui apprezzo le ottime capacità di ricercatore e divulgatore».

«Come definito anche nel Piano Strategico di Ateneo 2018-2023, Unicam conferma l’intenzione di sostenere e sviluppare le attività dei gruppi di ricerca che operano nelle cinque Scuole di Ateneo, affinché riescano non solo a inserirsi con più facilità nei programmi di finanziamento europei e internazionali, ma perché producano innovazione da trasferire al mondo delle imprese e delle professioni. In questo caso la sinergia pubblico-privato ha dato subito eccellenti risultati e ora attendiamo tutti fiduciosi l’esito della sperimentazione» ha concluso il rettore Unicam.