MACERATA – L’Università di Macerata si è confermata una comunità senza confini, capace di unire generazioni e distanze geografiche, celebrando i propri laureati in un abbraccio che attraversa il tempo e lo spazio. La Giornata del Laureato 2024, tenutasi oggi al Cineteatro Italia, ha riunito quasi ottanta laureati di 25 e 50 anni fa, giunti dalle Marche, dall’Italia e persino dall’estero: da Brighton, dalla Svizzera o dalla Grecia, come Evangelia Nektaria Georgopoulou e Sotirios Tsouvalas, quest’ultimo premiato anche tra gli Alumni, simbolo del legame tra UniMc e i tanti studenti greci che, tra gli anni Ottanta e Novanta, scelsero Macerata per formarsi in diritto.
«La nostra idea – ha rimarcato il rettore John Mc Court – è quella di una università comunità, basata sulla ricerca necessaria per dare energia a tutti i nostri insegnamenti. Oggi tornate a visitare un ateneo in salute. Siamo qui da oltre sette secoli, che però non valgono niente se non siamo utili per il presente e il futuro dei nostri iscritti e del nostro territorio. Fare l’Università non è solo apprendere informazioni, ma è un momento di formazione per crescere in autonomia, non in solitudine ma in una comunità».
«L’istituzione universitaria – ha ribadito la direttrice dell’Alam Daniela Gasparrini – è una comunità che ha bisogno di una presenza partecipe di tutti quelli che qui hanno acquisito la loro formazione, che li rende a pieno titolo parte dell’Università». Per rafforzare questo vincolo, è stato lanciato i progetto Alumni Worldwide Project che, sotto la guida di Marcello La Matina, docente e filosofo, offrirà una piattaforma web per consentire a laureati e laureate di ritrovarsi insieme. «E’ un luogo virtuale per restare connessi».
L’impegno e i sacrifici, ma anche le relazioni, le amicizie, il rapporto sempre umano con i docenti sono stati il tema ricorrente dei racconti dei premiati di quest’anno. Il premio “Laureato dell’anno” è stati assegnato ad Andrea Agostini, presidente della Fondazione Marche Cultura, per il suo contributo alla promozione del patrimonio culturale e creativo della regione Marche. «Credo che l’Università, prima ancora che dare agli studenti una formazione per il loro percorso professionale, insegni proprio questo, a coniugare sogni e responsabilità, a volare alto, ancorando le proprie aspirazioni all’impegno quotidiano e al sacrificio che è il cemento per costruire ogni risultato».
Il Premio “Oscar Olivelli” è andato all’avvocato Giuseppe Bommarito per il suo impegno nella lotta contro la piaga delle dipendenze da sostanze stupefacenti, con un’attenzione speciale rivolta ai giovani e al loro futuro. «Dedico questo premio a mio figlio Nicola, che dall’alto mi guida e mi protegge” ha detto il premiato che, nel 2009, ha visto morire il figlio tra le proprie braccia per overdose. «Non mi vergogno a dirlo, chi si deve vergognare è chi gli ha dato quella sostanza, chi organizza quel traffico e chi non faceva e non fa tutto il suo dovere per prevenire, intervenire e reprimere questa piaga che è diventata un’epidemia” ha rimarcato. E, poi ricordando i suoi anni universitari: «Mi sono iscritto all’Università nel 1970, avevo poco meno di 19 anni, erano anni difficili con fortissime tensioni politiche. A Macerata il ’68 arrivò con un paio di anni di ritardo. Abbiamo occupato l’Università per chiedere una maggiore democratizzazione. La laurea apre la mente verso tanti orizzonti e suscita tanti interessi, aspetti da approfondire».
Diversi e stimolanti sono stati anche i percorsi evidenziati dall’Ateneo tramite il premio Alumni, assegnato quest’anno a quattro laureati Unimc. A cominciare da Alessandra Calisti Alessandrini, fondatrice del blog “Mamme Marchigiane”, comunicatrice e imprenditrice che a Macerata ha conseguito la laurea in lettere e filosofia, «da cui ho ricevuto un sapere e un saper fare trasversale e adattabile alle varie situazioni». Angela Fiorillo, dirigente scolastica del Liceo Classico Linguistico Giacomo Leopardi, che a una prima laurea in giurisprudenza ha aggiunto quella in pedagogia della marginalità e della disabilità. «La mia vita è andata sempre in parallelo con la scuola e l’Università». Gioele Marozzi, vincitore del Premio Letterario Giovanni Crocioni per il suo saggio sull’epistolario di Giacomo Leopardi, attualmente impegnato nel progetto della Biblioteca Digitale Leopardiana al Centro Nazionale di Studi Leopardiani a Recanati. «L’impegno che l’Università di Macerata spende anche nel digitale si è rivelato estremamente utile per il mio percorso professionale». E, quindi, Sotirios Tsouvalas, che oggi è giudice della Corte d’Appello di Atene, consulente del Ministro della Giustizia Greco e partecipa in diverse commissioni internazionali: «Era molto impegnativo studiare il diritto in una lingua straniera, ma la conoscenza che mi ha dato è stata di grande importanza per la mia carriera professionale. Era un periodo difficile, ma allo stesso tempo bello. Ho tanti amici di quell’epoca, che ancora oggi sono amici di vita».