MACERATA «La didattica a distanza ci ha insegnato tanto, ce lo porteremo nello zainetto, però la scuola è un’altra cosa, ha bisogno di presenza, di condivisione, di socialità, di potersi incontrare e questo finalmente da lunedì ricomincerà». Così il viceministro all’Istruzione in quota Pd Anna Ascani oggi all’incontro a Macerata a sostegno delle candidature a governatore di Maurizio Mangialardi e a sindaco di Narciso Ricotta.
«La differenza tra noi e gli altri – ha aggiunto Ascani – è che gli altri concepiscono le Marche come purtroppo è successo in altre Regioni, come una terra di conquista dove mettere una bandierina. Io sono umbra, il giorno dopo le elezioni le promesse che hanno fatto vengono dimenticate, non si vede più nessuno di quelli che avevano annunciato che sarebbero venuti una volta alla settimana. Salvini lo aveva promesso ai suoi elettori ma non si è più visto nessuno, il mio territorio è stato abbandonato perché era funzionale a una narrazione. Io penso che i marchigiani non se lo meritino di essere trattati come un territorio di conquista, penso che questa regione si meriti qualcuno che, come Maurizio e tanti candidati che si stanno impegnando sui territori, sia preoccupato del territorio, di cosa serve a questa regione, degli investimenti che bisogna fare anche in raccordo con il governo nazionale». Il viceministro ha aggiunto che il Partito democratico «in queste elezioni si gioca qualcosa, penso che la forza che gli elettori daranno al Pd conterà molto anche nell’agenda di governo dal giorno dopo le elezioni. Abbiamo il dovere di riprendere a dettare l’agenda».
Poi su Macerata, «Ci lega la presenza di un vescovo, Nazzareno Marconi – ha detto Ascani (sono entrambi di Città di Castello, ndr) – ma ci lega anche una vicinanza territoriale e linguistica, mi sento particolarmente a casa quando vengo da queste parti. Ma anche a Macerata c’è una differenza tra il buon governo, come il lavoro fatto a Macerata sulle scuole, e il tentativo di rendere tutto uno slogan. È facile parlare di cambiamento, ma il cambiamento poi va praticato e praticarlo significa amministrare bene. Io credo sia necessario confermare questa esperienza di buon governo peraltro con un candidato (Ricotta, ndr) che è in grado di esprimere pragmatismo e capacità di dare risposte e non cedere a un altro tipo di politica che dietro lo slogan del cambiamento nasconde un vuoto di contenuti che è preoccupante per una città che ha bisogno di essere ben governata».
Mangialardi ha puntato l’accento sulle risorse europee che grazie al governo nazionale arriveranno in Italia, «209 miliardi per ricostruire il futuro della nostra nazione. I sovranisti non volevano il Mes, il Recovery Fund, ci dovrebbero chiedere scusa, tre mesi fa tifavano perché non ci arrivassero i soldi e ora si permettono di competere qui per scardinare il governo nazionale. È inutile che fanno gli ecumenici. Se fosse un Paese normale dovremmo avere già vinto». Poi sulla sanità: «Lo vogliamo dire che non ha funzionato tutto al meglio? Che non ha funzionato nemmeno bene l’organizzazione perché troppo burocratica? Abbiamo capito col covid che abbiamo bisogno della medicina del territorio? Sì. Come si fa? Con medico di medicina generale, infermiere di comunità, integrazione sociosanitaria e ospedali nuovi. Gli ospedali li voglio nuovi, tecnologici, pieni di nuove strumentazioni, competitivi e pubblici. E qui lo dico, i sovranisti rivendicano la pubblicizzazione degli ospedali, loro che dove governano in Lombardia e in Veneto hanno fatto un disastro. Loro hanno il 45% di sanità privata contro l’8,21% delle Marche. Io i longobardi qui non ce li voglio».
Di scuola ha parlato il sindaco uscente e candidato consigliere alle regionali, Romano Carancini: «Mi piace ricordare il lavoro di riconversione del sistema delle mense che ha consentito ai nostri giovani di mangiare ognuno in una scuola con dei propri cuochi, attraverso una scelta significativa dal punto di vista economico, perché un conto è esternalizzare e un conto è avere 60 cuochi per le scuole. Questa è una scelta che abbiamo fatto, senza considerare il tema relativo alla filiera corta, l’87% dei nostri prodotti vengono dai nostri produttori e questo per noi è un motivo di vanto. Voglio poi ricordare che abbiamo ricostruito un campus scolastico delocalizzando due scuole dichiarate inagibili con una visione nuova. Oggi abbiamo la più grande opera del cratere realizzata in circa 350 giorni. Sono fatti. Questo è quello che noi portiamo in dote».
È stato il candidato sindaco Narciso Ricotta a prendere poi la parola fornendo dei dati sulla scuola: «I nidi sono già partiti il 1° settembre, fino al 30 luglio scorso ci sono stati i centri estivi gratuiti a servizio delle famiglie che lavoravano. Scuole dell’infanzia, elementari e medie in presenza dappertutto partono lunedì, abbiamo fatto lavori sulle strutture per 160.000 euro per modificare le aule, le mense biologiche, ripartono tutte in sicurezza con i nostri cuochi. Sul trasporto ci sono quattro linee in più, navette dedicate, per le attività scolastiche fuori plesso sono stati messi a disposizione musei, biblioteche e parchi. Queste sono le attività che abbiamo messo in campo per affrontare la riapertura della scuola e abbiamo fatto in modo che queste elezioni non impattassero sull’attività scolastica e, su 17 seggi, 12 sono stati realizzati fuori dalle scuole. Su cinque non ci siamo riusciti per problemi logistici». Ricotta ha poi rivendicato la volontà di avere un ospedale alla Pieve e la necessità di utilizzare il superbonus 110%, «un’opportunità che dobbiamo sviluppare per i nostri immobili che hanno bisogno di riqualificazione». Sul recente confronto con gli altri candidati, Ricotta ha commentato l’intervento del candidato della coalizione di centrodestra Sandro Parcaroli: «Ho trovato un’assenza di progetti e di idee, il candidato ha detto che abbiamo fatto bene quello che abbiamo fatto, che lui sostanzialmente seguiterebbe su quello che abbiamo fatto noi, e allora dov’è la differenza? Tra la copia e l’originale noi scegliamo l’originale».