MONTECASSIANO – Sabato prossimo (25 novembre) in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, al circolo Acli di Montecassiano in località Sant’Egidio si terrà il convegno “Diamo voce al silenzio. Educare al contrasto della violenza di genere”. Tra i relatori ci saranno il questore Luigi Silipo e il vice questore Patrizia Peroni. L’incontro, che inizierà alle 17.30, è organizzato dalle Acli Marche in collaborazione con il Coordinamento donne Acli di Macerata, le Acli provinciali di Macerata e Fap Acli, Comitato provinciale di Macerata, con il patrocinio del Comune di Montecassiano. L’obiettivo del convegno, inserito all’interno del progetto Welfare Cult finanziato dalla Regione Marche con le risorse del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, sarà quello di mostrare quali strumenti hanno a disposizione le vittime per poter affrontare una situazione di violenza, di qualsiasi natura essa sia.
Così, dopo i saluti del sindaco Leonardo Catena, interverranno, moderati dal Morena Oro, il questore Silipo, il vice questore Peroni, il criminologo e criminalista Yuri Lucarini, l’avvocato Lucia Testarmata e la psicologa e psicoterapeuta Tiziana Pazzelli.
«La violenza contro le donne – evidenziano gli organizzatori – si configura come una vera e propria urgenza del nostro tempo, sia per gli effetti negativi a breve e lungo termine che produce sulla salute della donna, sia per le conseguenze sociali che determina. Isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé sono solo alcune delle ripercussioni che sconvolgono la vita quotidiana di un numero sempre maggiore di donne. Un dramma che spesso coinvolge anche i minori, compromettendo il benessere dell’intera comunità. L’appello è a “non restare indifferenti”, ad “agire subito, a tutti i livelli, con determinazione, urgenza e coraggio” per “dare voce alle nostre sorelle senza voce”, come scrive Papa Francesco».
«Non possiamo più tacere sulla volenza di genere – aggiunge la presidente provinciale Roberta Scoppa – e, soprattutto, dobbiamo con forza dire a tutte le donne che si trovano in convivenze difficili che non sono sole, che ci sono associazioni ed istituzioni pronte ad accoglierle e ad aiutarle a uscire da queste situazioni pericolose per la loro incolumità. Ogni due giorni, una donna viene uccisa dal proprio compagno, sia esso convivente, coniuge, amico o amante. Questa è la triste realtà che oggi emerge dai dati di cronaca. Uccise dall’uomo che amavano e dal quale si aspettavano comprensione, sostegno ed aiuto – continua Scoppa – e se fino a qualche tempo fa lo si considerava un problema culturale, ora è diventata una questione civica di educazione al rispetto della donna in quanto tale, dei suoi sentimenti e di rispetto della vita. Educazione che dovrebbe iniziare già all’interno della stessa famiglia, per poi proseguire e consolidarsi soprattutto nella scuola primaria e secondaria».