CIVITANOVA – «Le relazioni finiscono, non si può sequestrare sentimentalmente una persona. Quella di oggi è un’iniziativa importante, questa stanza servirà a tutte le persone che hanno bisogno di protezione e ringrazio Poltrona Frau perché ha aderito in maniera entusiasta alla realizzazione di questo progetto». Il questore Luigi Silipo ha inaugurato questa mattina 25 novembre all’interno del commissariato di polizia di Civitanova la sala protetta dedicata all’ascolto delle vittime di violenza.
Si tratta di un locale allestito con gli arredi donati dall’azienda “Poltrona Frau” di Tolentino, in cui saranno ascoltate e saranno raccolte le denunce delle vittime di violenza garantendo un ambiente riservato in cui poter affrontare argomenti che richiedono particolare attenzione e riservatezza. All’inaugurazione erano presenti il vicequestore Patrizia Peroni, dirigente della Divisione anticrimine, la dirigente della Digos Nicoletta Pascucci, il comandante del commissariato Fabio Mazza e in rappresentanza di Poltrona Frau, Elena Clementi.
«Mi chiedete cosa c’è da fare – ha esordito il questore Silipo -? C’è da cambiare il mondo. E cambiarlo vuol dire non girarsi dall’altra parte, non sottovalutare. Ci sono espressioni che sono entrate nel linguaggio comune e che sono retorica, come quando si dice ai giovani “voi siete il futuro”. Quale futuro? Loro sono il presente. Questo presente lo abbiamo costruito noi e se la situazione è questa vuol dire che qualche cosa anche noi l’abbiamo sbagliata. È un presente che i ragazzi devono cambiare ora e noi dobbiamo contribuire a farlo cambiare. La donna o la ragazza che subisce angherie non può continuare a pensare che sia colpa sua, non può tollerare controlli invasivi. Il mondo si cambia cambiando la vita delle persone giorno per giorno, se una persona è in difficoltà, ha un problema e noi tutti la aiutiamo e le risolviamo il suo problema avremo cambiato il mondo di quella persona che tornerà a vivere e vivendo positivamente influenzerà positivamente il mondo».
«Il fenomeno della violenza di genere – ha sottolineato il questore – si combatte solo cambiando il mondo e la società con la cultura. La ragazza non deve più vergognarsi, non deve pensare che è colpa sua se lascia un ragazzo e a lui non sta bene. I ragazzi devono cominciare a pensare che le relazioni finiscono, non si può sequestrare sentimentalmente una persona. Non è una cosa tollerabile. I ragazzi se hanno di queste idee devono iniziare a farsi aiutare anche loro. Quella di oggi è un’iniziativa importante, oggi apriamo questa stanza di protezione per le fasce deboli, ma in realtà sono deboli solo fisicamente, i veri forti sono tutti quelli che subiscono e reagiscono, anche nel chiedere aiuto si diventa forti. È la prima che viene aperta, Civitanova è un territorio centrale della provincia. Ringrazio Poltrona Frau perché non era scontato che aderisse alla nostra richiesta, lo ha fatto perché ci ha creduto ed è una loro politica aziendale. Ringrazio la dottoressa Pascucci che è stata il tramite, la promotrice di questo collegamento, ringrazio la dottoressa Peroni che con grande impegno e dedizione si dedica alla protezione delle donne, dei ragazzi e delle fasce deboli. È stata la prima a impegnarsi affinché questa stanza nascesse. Ringrazio il dirigente del commissariato Mazza che si è impegnato nella ricerca degli spazi».
Per quanto riguarda le denunce, il vicequestore Peroni ha sottolineato che «Il numero dice poco rispetto al sommerso. Rispetto al passato sono leggermente superiori le denunce, le segnalazioni e i colloqui di orientamento che facciamo. Questo sia per una rinnovata sinergia con il centro antiviolenza, tante vittime vengono da noi dopo aver fatto un percorso al centro antiviolenza, e sia anche per una maggiore sensibilità». In merito agli ultimi giorni il vice questore ha aggiunto che dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin il numero di donne che si è rivolta alla polizia è cresciuto: «Arriva un maggior numero di donne preoccupate, sono maggiormente consapevoli o forse si allarmano prima pensando che forse non possono gestire da sole la situazione in cui si trovano».
«L’azienda – ha poi aggiunto Elena Clementi in rappresentanza di Poltrona Frau – cerca sempre di creare anche all’interno dell’ambiente lavorativo uno spazio di grande accoglienza e di condivisione. Ringraziamo noi la questura per averci dato una opportunità concreta di esprimere vicinanza e di contribuire per quanto possibile alla creazione di uno spazio più accogliente, più caldo in cui la persona che si trova nella situazione di dover denunciare una violenza possa farlo sentendosi in uno spazio protetto».