Macerata

Violenza sessuale in stazione a Macerata, 43enne assolto: «Il fatto non sussiste»

La vicenda al centro del procedimento penale risale alla mattina del 25 aprile del 2019. La donna, con problemi di natura psichica, dopo qualche giorno aveva presentato querela

Il tribunale di Macerata

MACERATA – “Il fatto non sussiste”, 43enne assolto dall’accusa di violenza sessuale. Il dispositivo è stato letto oggi dal presidente del collegio del Tribunale di Macerata, Roberto Evangelisti, all’esito della camera di consiglio. I giudici hanno accolto e condiviso la richiesta di assoluzione avanzata dal pubblico ministero Vincenzo Carusi al termine della requisitoria. La vicenda risale alla mattina del 25 aprile del 2019 quando una donna si era recata alla stazione dei treni di Macerata per prendere il convoglio che l’avrebbe dovuta portare dal suo fidanzato in un comune fuori provincia. Sofferente da tempo di problemi di natura psichiatrica, ogni giorno assumeva dei farmaci che le provocano pesanti effetti collaterali: vuoti di memoria, stati di dissociazione, debolezza fisica e mentale alternati a stati di iperattività, temporanea totale incapacità di interagire in maniera lucida e consapevole con gli altri e soprattutto, totale incapacità reattiva davanti a eventi percepiti come stressanti o minacciosi.

Quel giorno in stazione incontrò l’uomo, più o meno coetaneo, e i due avevano iniziato a parlare. Poi sarebbero andati in un ufficio attiguo alla stazione dove lui lavorava e lì sarebbe avvenuto il rapporto sessuale. A registrare gli spostamenti dei due erano state anche le telecamere di videosorveglianza posizionate in stazione. Dopo quel fatto la giovane, parte civile con l’avvocato Mauro Chiariotti, aveva sporto querela nei confronti dell’uomo dichiarando che sin da subito lei gli aveva comunicato delle problematiche di cui soffriva. Nel corso del dibattimento però la difesa è riuscita a dimostrare l’estraneità del 43enne alle accuse che gli venivano contestate e i giudici del collegio lo hanno assolto. Sin dall’inizio della vicenda il 43enne, difeso dall’avvocato Rossella Gasbarri, aveva rigettato gli addebiti parlando di un rapporto consenziente.