MACERATA – Sei anni di violenze. Sarebbe stato il consumo di droghe ad armare la mano del figlio che avrebbe colpito in più occasioni il genitore sessantenne con pugni e schiaffi. Oggi per il giovane, un matelicese di 26 anni, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Domenico Potetti ha emesso sentenza di non doversi procedere. In base alla perizia dello psichiatra nominato in fase di indagini preliminari, il giovane all’epoca non era in grado di intendere e di volere.
Secondo l’accusa – oggi sostenuta in aula dal pubblico ministero Enrico Barbieri – il giovane dal 2013 al 2019 avrebbe più volte aggredito la madre colpendola con pugni in faccia. «Ti apro un terzo occhio» le avrebbe urlato un giorno dopo averla colpita in fronte. In un’altra occasione l’avrebbe aggredita sferrandole un pugno alla tempia e facendola sbattere contro un termosifone. Aggressioni continue che avevano costretto la madre a vivere in una situazione pietosa a causa dell’assunzione di sostanze stupefacenti da parte del figlio. Verso la fine di febbraio 2019, però, al culmine dell’ennesima aggressione era stato richiesto l’intervento dei carabinieri.
I militari giunti sul posto avevano trovato il giovane in stato confusionale e nella sua stanza tre piante di marijuana e numerose confezioni contenenti semi della stessa pianta. Nei suoi confronti era stato aperto un fascicolo per entrambi i reati, maltrattamenti in famiglia e coltivazione di marijuana. Nel corso delle indagini il gip dispose un incidente probatorio affidando l’incarico a uno psichiatra. Il professionista concluse la propria consulenza evidenziando un vizio totale di mente nel giovane. Oggi la discussione e la sentenza di proscioglimento. Il 26enne era difeso dall’avvocato Rosella Gaeta.