Macerata

Marche, “Wet Shoes”: dalla corruzione con cassette di pesce alle consulenze fiscali per gli immigrati

L'indagine della Dda di Ancona e della Procura di Macerata ricostruisce l'evoluzione dell'attività del sodalizio criminale. Ecco i dettagli

MACERATA – Dalla corruzione di due agenti della polizia locale con cassette di pesce ed altre regalie al trasporto di clandestini uno dei quali, di 17 anni, che dopo tre mesi che era a Macerata ha rapinato una giovane coppia. Arrestato il minorenne è poi fuggito dalla comunità dove era stato collocato trovando riparo in casa di connazionali. C’è chi avrebbe messo a disposizione dei clandestini proprie abitazioni da indicare al momento della dichiarazione anagrafica fatta per ottenere la sanatoria o il rinnovo del permesso di soggiorno e chi si sarebbe prestato ad assumere fittiziamente stranieri nella propria azienda per aiutarli a regolarizzare la propria posizione in Italia, salvo poi non ricordare (è quanto emerge da un’intercettazione) neppure per quale mansione lo aveva assunto.

C’è di tutto nelle carte dell’indagine denominata “Wet shoes”, scarpe bagnate, diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Ancona in coordinamento con la Procura di Macerata, su una presunta associazione a delinquere che avrebbe favorito l’immigrazione clandestina (con l’aggravante della transnazionalità) di numerosi tunisini.

Diciotto sono gli indagati a vario titolo per reati che vanno dall’associazione a delinquere al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dalla corruzione al falso fino al favoreggiamento personale. Molti sono tunisini come il capo dell’organizzazione criminale, un 50enne che vive a Macerata, ma insieme a loro ci sarebbero anche due agenti della polizia locale di Macerata uno dei quali nel frattempo ha cambiato lavoro (i fatti oggetto dell’indagine risalgono agli anni 2020, 2021 e i primi mesi del 2022), dipendenti di un Caf, una ex dipendente comunale e imprenditori che insieme ad altre 26 persone martedì mattina si sono trovati gli agenti della Digos alla porta per effettuare mirate perquisizioni su ordine dei pubblici ministeri della Dda di Ancona e della Procura di Macerata Daniele Paci ed Enrico Barbieri.

Nello specifico, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, dell’associazione avrebbero fatto parte due agenti della polizia locale che in un paio di occasioni, in cambio di cassette di pesce e altre regalie avrebbero concordato il giorno e l’ora in cui andare nelle abitazioni indicate nella dichiarazione anagrafica per attestare falsamente la presenza degli stranieri. Ci sarebbe poi un dipendente del Caf che avrebbe gestito le pratiche amministrative per la regolarizzazione degli stranieri. Per gli inquirenti sarebbe stato un punto di riferimento per l’associazione fornendo consulenze fiscali e previdenziali per gli appartenenti all’associazione. Un imprenditore di Macerata avrebbe invece messo a disposizione sue abitazioni che venivano indicate dagli extracomunitari nelle dichiarazioni anagrafiche. Lo stesso avrebbe anche assunto fittiziamente stranieri per poter presentare pratiche di emersione. Non sono ritenuti dagli inquirenti partecipi dell’associazione altri indagati (a cui vengono contestate altre tipologie di reati) tra cui una ex dipendente comunale, all’epoca impiegata all’Anagrafe, per aver strappato la carta di identità di un tunisino rilasciata dal Comune di Vittoria nel 2017.

L’indagine “Wet Shoes”, nata da sviluppi delle indagini connesse all’attentato terroristico compiuto ai mercatini di Natale di Berlino il 19 dicembre del 2016 dal tunisino Anis Amri che si lanciò con un camion contro la folla uccidendo 12 persone e ferendone 56, ha permesso di fotografare le storie dei clandestini sbarcati in Italia irregolarmente, sia maggiorenni che minorenni. Come quella di un 17enne sbarcato a Lampedusa nel 2021, prelevato due mesi dopo da dei connazionali da un centro di accoglienza per minori e messo su un autobus diretto a Macerata. Alla stazione del capoluogo ad aspettarlo c’erano altri connazionali che lo avevano preso e portato in una casa dove è rimasto dal giorno del suo arrivo (ottobre 2021) fino al 23 gennaio 2022, giorno in cui venne arrestato dalla Squadra Mobile per aver rapinato una coppia di giovani ucraini in via Mozzi. Collocato in una comunità, il 17enne era poi fuggito trovando ospitalità a casa di connazionali che ora sono indagati per favoreggiamento.

Nel corso dell’inchiesta, dunque, sono stati ricostruiti i singoli episodi illeciti ma anche l’evoluzione dell’attività del sodalizio criminale passata dall’essere una sorta di tour operator per clandestini che organizzava i viaggi dei tunisini irregolari dalla Tunisia e dalla Francia in Italia a una specie di ufficio di collocamento per clandestini desiderosi di stare e muoversi regolarmente in area Schengen con una predilezione per l’Italia, la Francia ma anche Belgio e Germania. La metamorfosi dell’associazione sarebbe avvenuta con l’aggiornamento normativo che ha consentito, in presenza di determinati presupposti, di sanare le posizioni degli irregolari. Così insieme agli stranieri che effettivamente erano da anni in Italia lavorando onestamente, numerosi irregolari si sarebbero inseriti nella sanatoria grazie alle complicità di persone compiacenti. Gli indagati sono difesi tra gli altri dagli avvocati Paolo Carnevali, Jacopo Allegri, Merys Teodori, Marco Proietti Mosca e Lucia Testarmata.