ANCONA – È stata scritta la parola fine nella vertenza Auchan – Conad relativa al deposito osimano di Xpo. Il magazzino che gestiva la logistica per Sma dopo l’acquisizione di Auchan Retail da parte di Conad aveva visto ridursi la sua attività fino a chiudere il 30 giugno scorso, lasciando 99 lavoratori senza più una occupazione. Nonostante una vertenza avviata nell’estate del 2019, con una dura battaglia condotta dai sindacati Filcams Cgil, Fist Cisl e UilTucs Uil, fatta di proteste, incontri serrati con l’azienda e la giunta Ceriscioli, i lavoratori restano senza soluzione. È stato infatti siglato un accordo economico che prevede una incentivazione all’esodo e 11 ricollocazioni nelle sedi fuori regione della Xpo Logistics l’azienda che ha gestito il deposito con sede ad Osimo.
Il trattamento incentivante prevede una buonuscita differenziata in base all’anzianità di servizio e al periodo in cui il dipendente decide di uscire dal contratto. Non essendo stata rinnovata la cassa integrazione, che cessa il 31 dicembre di quest’anno, ai dipendenti che decidono di uscire prima di quella data verrà erogato il 99% dell’incentivo entro 5 giorni e il resto entro il 5 gennaio, mentre chi attenderà la fine del contratto dovrà aspettare febbraio per avere il 99% della buonuscita pattuita e il restante a marzo. Undici le ricollocazioni offerte dall’Azienda tutte in sedi fuori dalle Marche e principalmente nel nord Italia, ma solo 3 lavoratori hanno accettato.
Un accordo che l’ascia l’amaro in bocca nell’ambito di una vertenza che era apparsa sin da subito «difficile e dall’esito infausto» commenta la segretaria regionale Fist Cisl Selena Soleggiati. «Nei fatti i 99 lavoratori hanno come unica scelta l’incentivazione all’esodo e l’iscrizione in Naspi, con la ricerca di una nuova occupazione in uno scenario complessivo che miete posti di lavoro sotto i colpi di una emergenza sanitaria che sembra non voler rientrare».
Non soddisfano le 11 ricollocazioni proposte da Xpo perché «non costituiscono una soluzione che per tre persone: sono ubicati al nord, nel Lazio e per un solo posto a Bologna. Comportano quindi un trasferimento e l’allontanamento dalle famiglie e dal luogo di origine» e dunque una strada non facilmente praticabile.
Sul fronte degli incentivi «seppur in linea con la media degli importi erogati nell’operazione di cessione del gruppo Auchan – evidenzia Selena Soleggiati – non possono di certo rappresentare una vera soluzione che per i pochi fortunati che arriveranno con la Naspi al pensionamento. Margherita e Conad non possono sfilarsi in sordina. C è una “responsabilità sociale” a cui il gruppo va richiamato, la rete di punti vendita dopo le uscite incentivate, ancora in corso peraltro, deve rappresentare una occasione di lavoro sia per il deposito che per gli impiegati di sede nei fatti oggi tutti o pressoché tutti, in Naspi».
I sindacati chiamano in causa la Regione che «deve adoperarsi per favorire l’intervento di Conad e di altri possibili interlocutori magari interessati alla struttura di Osimo. Per questo abbiamo ormai da diversi giorni chiesto un incontro all’assessore al lavoro e al presidente Acquaroli che prima delle elezioni aveva incontrato i delegati dell’unità distributiva. Non possiamo gettare la spugna, le Marche non possono perdere 99 posti di lavoro oltre a quelli della sede di Ancona e Offagna con una operazione che è nei fatti una acquisizione non una procedura fallimentare».
«Purtroppo siamo arrivati all’atto finale e doloroso perché ci siamo sentiti abbandonati – ha commentato il segretario regionale UilTucs Uil, Fabrizio Bontà – . Nessuno, ad iniziare da Conad vero responsabile di questa chiusura, ha fatto qualcosa per aiutare queste 99 famiglie. Siamo convinti di avere dato e fatto il massimo per appoggiare i lavoratori in questa strenua battaglia in cui ci siamo sentiti abbandonati da tutti. Auguro ai lavoratori di Xpo di potersi ricollocare quanto prima anche se l’età media non li aiuta essendo, nonostante una anzianità di servizio importante, troppo giovani per andare in pensione e di età troppo avanzata per poter trovare una nuova collocazione. Mi auguro che la politica, sia nazionale che regionale, possa applicare leggi che consentano anche a queste professionalità, di poter trovare una nuova occupazione perché il lavoro dà dignità ad un individuo e questa esigenza aumenta con il passare degli anni».
Finale amaro anche per l’altro filone della vertenza, relativo ai lavoratori amministrativi della sede di Ancona e Offagna, che coinvolge 75 dipendenti: per questi si è aperta la Naspi e sono rimaste attive solo alcune posizioni relative a figure professionali particolari per le quali Conad ha chiesto momentaneamente la proroga prima di chiudere definitivamente il processo di acquisizione.