OSIMO – Venerdì 4 ottobre, Astea, con un convegno presso la sua sede di Osimo, ha voluto celebrare con i dipendenti e gli stakeholder, i suoi 110 anni di vita. Hanno partecipato all’evento il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e Paolo Giacomelli, vicedirettore nazionale di Utilitalia, che ha illustrato le prospettive future delle multiutility. L’evento è stato moderato dal giornalista Maurizio Socci.
Hanno poi svolto delle relazioni di carattere storico Carlo Gobbi, ex presidente Astea, ricercatore e autore di libri sulla storia locale, che ha tracciato il percorso negli anni di Astea e Manuela Francesca Panini, capodelegazione del Fai Ancona, che ha parlato sul patrimonio artistico e culturale degli acquedotti e delle fontane. Carlo Gobbi e Manuela Francesca Panini hanno fatto parte del comitato per le celebrazioni dei 110 anni di Astea assieme all’architetto Carlo Zenobi.
Astea festeggia i 110 anni e pensa al territorio. Un territorio che si è esteso nel tempo, anche a seguito della fusione nel 2003 fra Recanati e Osimo e con la fornitura dei servizi ai comuni del circondario. Servizi sempre più aggiornati e puntuali, sostenuti da ricerca ed innovazione per migliorare l’efficienza a vantaggio dei cittadini che sperimentano oggi minori interruzioni nel servizio rispetto agli anni passati, nonostante eventi climatici sempre più spesso di forte intensità che hanno messo a dura prova il territorio. Con attenzione alle modalità di monitoraggio dei consumi sempre più puntuali e con l’avvio dello sportello on line per consentire una maggiore autogestione e una continuità di interfaccia per gli utenti, si sta avviando ad una gestione più oculata e consapevole dei consumi stessi da cui i primi a trarne vantaggio sono i cittadini.
Fabio Marchetti, ad di Astea, nel fare gli onori di casa ha sottolineato con orgoglio il lavoro che tutti i giorni svolgono tutti i dipendenti Astea e ha presentato la ricerca che ha prodotto una cartina dove sono indicate 92 fonti, fontane e punti di interesse legati al tema dell’acqua, sul territorio servito dal servizio idrico integrato di Astea e utilizzate prima che le multiutility portassero l’acqua nei rubinetti delle case. Per ciascuno dei siti individuati sono state elencate brevemente alcune curiosità di interesse storico. La ricerca è stata possibile raccogliendo i lavori precedenti di appassionati e storici locali, che hanno mantenuto vivo il ricordo di alcune fonti, utilizzando pubblicazioni inedite, ricercando alcune pubblicazioni appartenenti alle biblioteche e, infine, anche grazie agli addetti degli uffici tecnici comunali e ad alcune tesi di laurea. «Abbiamo prodotto questa cartina – ha detto Marchetti- ma stiamo già lavorando per farne una versione digitale che possa essere navigata online a vantaggio degli studenti e, perché no, anche dei turisti».
Le antiche fonti, che oggi hanno un valore storico paesaggistico e talvolta sono state quasi dimenticate, una volta erano il luogo di incontro della cittadinanza e servivano per approvvigionarsi della preziosa acqua. Servivano per ristorarsi e per le pratiche igieniche e vi si lavavano i panni, anche se talvolta qualche editto vietava questa pratica quando l’acqua scarseggiava e dovevano essere salvaguardati altri usi, come il bere. Spesso la presenza dell’acqua presso le fonti non era continua perché dipendeva dalla sua disponibilità presso la sorgente. Inoltre a differenza di oggi, in cui l’acqua prelevata dai campo-pozzi viene potabilizzata e controllata prima e durante la distribuzione attraverso l’acquedotto, l’acqua di fonte non era e non è controllabile.
Il tema dell’inquinamento delle falde, che talvolta dimentichiamo, è un tema che si vuole evidenziare con questa ricerca sulle fonti antiche, una ricerca che ci mostra una modalità di approvvigionarsi dell’acqua che oggi ci appare lontanissima nel tempo, ma che ci fa riflettere su un ambiente sempre più strettamente interconnesso con l’insediamento umano e sottolinea l’importanza di un’attenta gestione ambientale e del rispetto degli equilibri dell’ambiente da parte di tutta la popolazione. L’acqua che sgorga dai nostri rubinetti azionando una semplice manopola arriva perché c’è un articolato sistema che la preleva dall’ambiente e la porta fin dentro casa. La sua disponibilità non è scontata. La sua potabilità inoltre è assicurata grazie a trattamenti e controlli che la rendono sicura per l’ utilizzo umano. Inoltre una volta utilizzata va trattata e depurata prima di immetterla nuovamente nell’ambiente, perché torni a far parte di quel ciclo dell’acqua che avviene sulla terra da miliardi di anni e rende possibile la vita.