OSIMO – Si è spento questa mattina il partigiano Orlando Duranti, classe 1927, emblema della sezione ANPI di Osimo e protagonista della Resistenza in città.
Nel 2014 aveva ricevuto la Civica Benemerenza osimana e nel 2016 la medaglia per il 70° anniversario della Repubblica dal Ministero della Difesa. Le cronache raccontano che a soli 17 anni sfidò per due volte il fuoco tedesco delle mitragliatrici, uscendo dal proprio rifugio per salvare un ferito e provvedere a sfamare un neonato, in braccio alla mamma senza latte.
Dopo la Guerra, nel 1946 si iscrisse al PCI organizzando le prime feste di Giorni-Vie Nuove, passando per le innumerevoli Feste dell’Unità e continuando fino all’ultima Festa Democratica. Attivo anche nel sindacato, insieme a Guido Maggiori aiutò la composizione dell’associazionismo rurale a Osimo.
Organettaio di professione, per più di vent’anni diresse la fabbrica di fisarmoniche “Welson-Quagliardi” di Castelfidardo, lavorando in mezzo agli altri operai con lo stesso camice e svolgendo allo stesso tempo attività di delegato sindacale per la CGIL FIOM. Nel dopoguerra aiutò finanziariamente e senza interessi i vecchi compagni di lotta aiutandoli ad acquistare una casa o un nuovo macchinario di lavoro. Negli ultimi anni, nonostante l’età avanzata ma sempre con grande lucidità, aveva portato la propria testimonianza nelle scuole e in tutto il territorio per tenere vivo il ricordo dei valori della Resistenza. Valori che si tramandano di generazione in generazione, attraverso l’impegno in prima linea del figlio Armando e del nipote Niccolò, attuale presidente della sezione Anpi di Osimo.
«Orlando Duranti ha rappresentato un pezzo di storia importante della Resistenza in città – ha scritto il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni – la famiglia da decenni rappresenta un punto di riferimento per l’associazione che con grande professionalità e mero volontariato racconta agli studenti e alla città un capitolo della vita italiana che ha segnato la storia d’Italia, la battaglia per la democrazia, che oggi è rappresentata dalla nostra Costituzione e che rende il cittadino protagonista delle istituzioni».