OSIMO – Sono 260 gli avvisi di accertamento spediti da Astea SpA a piccole e medie imprese del territorio. Lo comunica la stessa azienda municipalizzata osimana precisando che gli avvisi riguardano solo utenze non domestiche. Le cartelle di pagamento fanno seguito all’attività ispettiva realizzata nel 2016 dalla Andreani Tributi su mandato del Comune di Osimo. I soggetti sottoposti a controllo sono stati complessivamente 672, di cui 266 nel triennio 2016-2015-2014, 220 nel 2013 e 186 nel 2012.
L’amministratore delegato di Astea, Fabio Marchetti, assicura che le eventuali somme recuperate serviranno ad abbassare la tariffazione sui rifiuti del prossimo anno. «Il servizio deve essere sempre a pareggio – spiega Marchetti – e le entrate non possono superare le spese. Si tratta insomma di una operazione di equità fiscale e contabile, se il servizio rifiuti con queste verifiche riuscirà ad incassare di più, nel 2018 saremo in grado di chiedere di meno in bolletta ai contribuenti.
Il Comune, ente impositore del tributo Tari, non può esimersi, nel caso ravvisasse omessa o infedele dichiarazione, dall’effettuare ispezioni presso i locali e le aree assoggettabili a tributo nella titolarità del contribuente e, di conseguenza, dall’emettere i relativi provvedimenti di accertamento per omessa o infedele dichiarazione».
Sempre Astea ricorda che è prevista una sanzione ridotta se il pagamento avviene entro 60 giorni e una rateizzazione fino a 12 rate mensili se richiesta entro gli stessi termini.
Venerdì 24 novembre inoltre ci sarà un incontro tra Astea, Comune di Osimo associazioni di categoria Confcommercio, CNA e Confartigianato per chiarire tutti gli aspetti della vicenda. Nel frattempo, però, la Confartigianato di Osimo fa sapere di aver già attivato uno sportello a cui le imprese possono rivolgersi per verificare l’esattezza delle cartelle di pagamento, avvalersi di consulenza gratuita per gli associati e valutare eventuali azioni legali.
«Numerose imprese del territorio hanno visto recapitarsi le cartelle di accertamento TARI – si legge nella nota di Confartigianato – con importi significativi che hanno sforato in diversi casi anche la già ingente cifra di 70.000 euro. Somme rilevanti, per le quali si rende necessario analizzare e valutare i singoli casi con la dovuta attenzione».