Attualità

Castelfidardo approva la nuova variante

Settantasette proposte che, tra osservazioni, richieste particolari oppure modifiche alle norme attuative, consentiranno di aumentare gli spazi a disposizione della collettività

CASTELFIDARDO – 23mila metri quadri di territorio sottratti all’edificabilità a fronte di un consistente aumento delle zone di interesse comune utilizzabili per fini religiosi, culturali, sanitari e amministrativi (202mila e 814 metri quadrati in più). Una previsione a Castelfidardo largamente superiore ai limiti minimi di legge indicati dagli standard urbanistici per aree verdi ed attrezzature sportive (più 409mila metri quadrati), zone destinate all’istruzione (più duemila e 700) ai parcheggi (più 52mila) e agli spazi pubblici relativi ad attività collettive e parcheggi in ambito produttivo (più 71mila). Sono i numeri con cui si sostanzia la variante al piano regolatore generale approvata martedì scorso dal Consiglio Comunale dopo un percorso lungo tre anni.

«Un iter complesso, avviato ad inizio 2018, che ha coinvolto una pluralità di attori ed enti, svolto rispettando principi di sostenibilità ambientale ed equità – afferma il sindaco Roberto Ascani -. Siamo soddisfatti come Amministrazione per il raggiungimento di un risultato importante che dà respiro in questa prolungata fase di disagio economico».

Uno strumento urbanistico, si spiega, che non ha l’ambizione di stravolgere l’impostazione del prg vigente ma che si collega a un tema di stretta attualità come la transizione ecologica e fornisce una chiara indicazione verso le nuove opportunità offerte da Ministeri, Regione e dal programma “Next generation Eu” per interventi a favore del pubblico e dell’uso consapevole del territorio.

Nel complesso, la variante si concretizza in 77 proposte che, tra osservazioni, richieste particolari oppure modifiche alle norme attuative, hanno riguardato sia le tavole grafiche che le norme tecniche di attuazione ottenendo parere positivo dalla Provincia, dalla Soprintendenza e dagli Enti preposti alla tutela ambientale.

«Un percorso in cui i cittadini sono stati al centro delle decisioni con particolare attenzione ad un minore consumo di suolo e al mantenimento di aree destinate a servizi pubblici cercando di bilanciare le esigenze di chi sta cercando di sviluppare la propria attività e di chi invece paga le conseguenze della crisi e ha pertanto domandato di rinunciare all’edificabilità: queste aree, ove possibile, sono state trasformate in residenziale, una scelta accordata senza scompensi sulle casse comunali che registrano una flessione irrisoria di tremila e 400 euro annui in meno di entrate», aggiunge il sindaco Ascani. Sono stati inoltre rimossi quegli ostacoli che non permettevano lo sviluppo delle attività produttive perfezionando i contorni delle aree edificabili senza incrementare il carico urbanistico e in alcuni casi si sono eliminati vincoli amministrativi ormai obsoleti, come il caso delle aree D3B, cioè previsioni di edificabilità solo ai proprietari delle aree alla data del 2006. Castelfidardo è tra i primi Comuni ad adottare lo strumento secondo la nuova normativa, vedendo accolte dalla Provincia la quasi totalità delle proposte di modifica. Alcune criticità, come l’ampliamento dell’area a ridosso della Selva e il campo di via Castagni, erano state respinte e risolte con voto unanime del Consiglio.

Il gruppo Solidarietà popolare all’opposizione critica: «Altro non è, invece, che un modesto insieme di modifiche puntuali e di adeguamenti, privo di visione e di contenuti politici. Nel discorso di presentazione si è parlato di freno al consumo di suolo, di procedimento precursore e di aumento di servizi pubblici rispetto al passato, quando invece, a parte la riduzione dell’area produttiva in località Campograsso richiesta dai proprietari, con le variazioni apportate si è concessa l’edificazione in alcune zone sensibili e di filtro (pensiamo ai lotti di via Montegrappa e via Recanatese); confrontando le quantità di aree a standard pubblico (verde, attrezzature e parcheggi) tra il piano vigente e la variante non si notano particolari differenze né il tanto acclamato aumento (le tabelle allegate alla relazione tecnica parlano addirittura di una riduzione di aree di circa mille e 200 metri quadrati); se non fosse stato per le osservazioni della minoranza si sarebbe proceduti anche all’alienazione ed alla successiva edificazione del campetto di via dei Castagni e all’ampliamento di un’area residenziale a ridosso della Selva; la Provincia con il suo parere ha stralciato tre ulteriori aree rispetto a quelle già limate in fase di osservazioni, tra cui un lotto produttivo che era stato inserito in contrada Albanacci».