CASTELFIDARDO – «La battaglia di Castelfidardo ha insegnato anche che le soluzioni ai conflitti non si trovano con le guerre o i congressi per la pace ma solo attraverso un dialogo continuo tra popoli». Con queste parole del professor Gilberto Piccinini, che tanto ha dato alla ricerca storica sulla battaglia di Castelfidardo, la città si avvicina al 160esimo anniversario che cade il 18 settembre, venerdì. Una tappa importante che sarà ripercorsa con contenuti appositi, rivolgendo lo sguardo a un tema che risuona oggi come allora: il bisogno di Unità.
Per l’occasione è stato istituito un annullo filatelico figurato richiesto dal Circolo culturale filatelico numismatico “F. Matassoli”. Poste Italiane allestirà venerdì dalle 9.30 alle 13.30, con accesso regolamentato, un ufficio temporaneo al museo del Risorgimento in via Mazzini. L’annullo rappresenta la “Medaglia di Castelfidardo” (stilizzata) con una croce rovesciata, simbolo dei martiri Pontifici, che Pio IX fece realizzare per le truppe dello Stato Pontificio che avevano combattuto contro l’esercito Piemontese. La mostra filatelica “Castelfidardo nel Risorgimento italiano” sarà allestita a cura del Circolo. Saranno in vendita cartoline dedicate e francobollo personalizzato delle Poste del Lussemburgo. Il Circolo sarà presente al Museo del Risorgimento per l’intera giornata. La mostra resterà aperta fino al 27 settembre.
Il programma della giornata prevede alle 8.30 il saluto del Sindaco alle rappresentanze dei Comuni dell’area della Battaglia nella civica residenza, alle 9.15 al Sacrario-Ossario della Battaglia raduno delle autorità civili, militari e religiose, degli istituti scolastici e di tutti i partecipanti, alle 9.30 alzabandiera, inno nazionale, deposizione corona d’alloro e benedizione dei caduti, alle 10 allocuzione storica e significato della giornata a cura dei presenti e alle 10.45 l’Inno delle Marche.
La medaglia di Castelfidardo è esposta al museo e fu istituita per volere di Pio IX nel Novembre del 1860, con la motivazione “per tutti coloro che avessero preso parte attiva alla campagna del 1860 contro l’Esercito sardo invasore”. All’interno del disco, su cui compaiono le scritte “Pro Petri Sede, Pio IX P.M.A.XV” c’è un serpente che si morde la coda, a significare il peccato mortale che si compie a chi osa attaccare la Chiesa. La medaglia era legata a un nastro bianco, giallo e rosso, su cui si attaccavano delle fascette, testimonianza della partecipazione dell’insignito al fatto d’arme. Le fascette erano sei: Viterbo, Pesaro, Fano, Sant’Angelo, Castelfidardo e Ancona.