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Castelfidardo, viene licenziato e sostituito da due lavoratori con reddito di cittadinanza

L’accusa arriva da Enrico Santini del Partito Democratico-Bene in Comune, che annuncia una mozione in Consiglio Comunale per fare chiarezza

Castelfidardo, teatro della manifestazione in programma lunedì 24 settembre alle 21,15
Castelfidardo, teatro della manifestazione in programma lunedì 24 settembre alle 21,15

CASTELFIDARDO – Arriva la prima grana per il reddito di cittadinanza, la misura di sostegno economico diventata ormai il cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle. Il Partito Democratico di Castelfidardo, dove la misura è stata introdotta lo scorso anno in versione ridotta, denuncia il caso di un lavoratore dipendente licenziato e sostituito da altri due lavoratori utilizzando lo strumento del reddito di cittadinanza, in pratica a costo zero per l’impresa e con soldi pubblici a carico del Comune.
L’accusa arriva da Enrico Santini, capogruppo del Pd-Bene Comune in Consiglio Comunale, che sull’argomento presenterà a breve una mozione per fare luce sulla questione.

Enrico Santini, capogruppo Pd-Bene in Comune
Enrico Santini, capogruppo Pd-Bene in Comune

«Una cooperativa che gestisce un servizio comunale ha prima ridotto l’orario di lavoro e poi licenziato una sua dipendente con contratto a tempo indeterminato da nove anni – spiega Santini – ma nel frattempo ha dato lavoro ad altre due persone pagate con il reddito di cittadinanza. Tutto questo è assolutamente inaccettabile anche perché questa cooperativa ha un contratto di servizio con il Comune di 139 mila euro per due anni, recentemente rinnovato con aumento rispetto al precedente, e oltre a questo risparmia anche sui costi del personale, circa 6.000 euro all’anno, impiegando lavoratori che vengono pagati dal Comune attraverso il reddito di cittadinanza. In pratica il Comune paga due volte per lo stesso servizio».
Il licenziamento della dipendente è stato contestato e avrà probabilmente un seguito giudiziario, ma nel frattempo resta il caso politico di uno strumento di sostegno al reddito che, utilizzato in maniera distorta, rischia di essere un incentivo ai licenziamenti.

«Ci sono diverse anomalie in questo bando – continua Santini -. Innanzitutto il Regolamento non è stato mai discusso in Consiglio Comunale, ci sono soltanto linee guida approvate dalla Giunta. L’altro aspetto secondo noi irregolare è che un’azienda con un contratto di servizio con il Comune non può avvalersi di ulteriori risorse beneficiando di lavoratori pagati con il reddito di cittadinanza. E infatti il Comune ha recentemente modificato il bando proprio in questo aspetto, ma la valenza allora dovrebbe essere retroattiva e quindi applicata fin dall’inizio».
Il caso di Castelfidardo potrebbe essere emblematico nel portare alla luce un aspetto problematico di quello che sarà il reddito di cittadinanza a livello nazionale: uno strumento di contrasto alla povertà nelle intenzioni dei suoi ideatori, utilizzato impropriamente dalle aziende per ridurre orario e costo del lavoro, con parte del reddito residuo a carico delle finanze pubbliche.