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Castelfidardo, polemica per i buoni spesa “con green pass”

Sulla vicenda è intervenuto Paolo Giuliodori, il deputato osimano di Alternativa. A replicare è proprio l'Amministrazione comunale

Il Comune di Castelfidardo

CASTELFIDARDO – E’ scaduto alla mezzanotte di ieri, giovedì 16 dicembre, il termine utile per presentare domanda per fruire dei buoni spesa destinati all’acquisto della spesa alimentare e generi di prima necessità, fondi stanziati dal Comune di Castelfidardo a favore dei nuclei familiari che si trovano in temporanea difficoltà economica per effetto della riduzione o sospensione dell’attività lavorativa esercitata in via autonoma o alle dipendenze nel corso dell’anno. Diverse le polemiche che sono scattate, motivo per cui l’Amministrazione comunale precisa che nell’avviso pubblico non si è preclusa la partecipazione ad alcun soggetto e l’intento era quello di evitare che soggetti in possesso di reddito da lavoro superiore ai limiti di mille o mille e 500 euro mensili, si autosospendano dal lavoro al fine di beneficiare del buono alimentare e pregiudichino gli aventi diritto. «Si riconosce tuttavia che la dicitura, così come formulata nell’avviso, “Sono esclusi dall’erogazione del suddetto buono alimentare coloro che non sono in regola con il green pass e pertanto si autosospendono dal lavoro senza percezione del reddito” può dare adito a diversa interpretazione – dice il sindaco Roberto Ascani – ma si ribadisce che ai soggetti che non sono in possesso del green pass non verrà preclusa alcuna possibilità di accesso al beneficio».

La polemica dell’onorevole Giuliodori

Sulla vicenda infatti era intervenuto Paolo Giuliodori, il deputato osimano di Alternativa, critico con la gestione del governo e fortemente contrario al green pass. «Nel documento è scritto nero su bianco che sono esclusi dall’erogazione del buono alimentare coloro che non sono in regola con il green pass e pertanto si autosospendono dal lavoro senza percezione del reddito – dice -. A parte il nonsense giuridico e logico del termine “autosospensione”, visto che nessuno si sospende da solo dal lavoro e dallo stipendio, ma subisce una sospensione, il punto è l’abnorme gravità del principio che viene sdoganato: vuol dire usare i buoni spesa come arma di ricatto contro cittadini in difficoltà per costringerli alla vaccinazione. Meno male che nessuno doveva rimanere indietro. La fonte normativa dei buoni spesa parla chiaro: il decreto legge 73/2021 stabilisce che il fondo serve per finalità di solidarietà alimentare. Siamo alla discriminazione totale. Lo diciamo da mesi che il green pass non ha nulla di scientifico ma è solo una manovra per giustificare una deriva autoritaria, purtroppo siamo gli unici a battersi contro questa follia».