CASTELFIDARDO – Da giorni è arrivato il via libera dal Comitato tecnico scientifico: in zona bianca discoteche, sale e locali da ballo possono ripartire seppur con i limiti. La capienza nelle sale da ballo, discoteche e locali assimilati non può essere superiore al 75% di quella massima autorizzata all’aperto e al 50 al chiuso. In queste ultime strutture deve essere garantita la presenza di impianti di aerazione senza ricircolo dell’aria. Quei locali sono chiusi da venti mesi e adesso possono rivedere la luce. In Valmusone ad esempio è il caso del Melaluna centerdance lungo la statale 16 a Castelfidardo gestito da Maurizio Casarola, presidente regionale di Assointrattenimento, che riaprirà sabato 6 novembre. Alle 21 al via le danze con l’orchestra Felix e domenica 7 alle 16 liscio no stop con “Las Vegas”. La prenotazione è obbligatoria con ingresso muniti di green pass in ottemperanza alle norme anti Covid.
I fedelissimi del locale potranno tornare a ballare e Casarola ha fatto di tutto per ripartire nella massima sicurezza. Restano i controsensi secondo il presidente: «A noi hanno ridotto la capienza al 50% (prima avevano detto addirittura al 35) e dobbiamo controllare i green pass a chi entra, anche se non siamo carabinieri e attenerci a regole strette anche per gli artisti che vengono a lavorare ma le associazioni, i circoli, non hanno queste ottemperanze. Significa che se un locale ha l’agibilità per 800 persone ne può far entrare 400 al massimo ma un club è libero, nessuno li controlla. Già non potrebbero far ballare e poi hanno agevolazioni perché pagano il 10% di Iva invece del 22 come noi, non devono assumere il personale perché danno un rimborso spese, mentre noi giustamente dobbiamo versare loro i contributi, hanno un forfettario con la Siae e non devono attenersi a protocolli che riguardano uscite di sicurezza, estintori. È assurdo. Se ci sono delle regole devono essere rispettate da tutti e fatte rispettare. Devono esserci i controlli ovunque. Non ci possono essere categorie di serie a e b».
Casarola chiede, a nome della categoria, di essere interpellato: «Sembra che al Governo non sappiano che i nostri locali non sono discoteche, sono posti (nelle Marche costituiscono l’80%) frequentati da over 40 che alle 2 di notte sono già chiusi. Basterebbe che chiamassero un responsabile di settore per essere informati sulle direttive da seguire».