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Centro di diagnosi prenatale di Loreto, la visita di Ceriscioli e i numeri

Presenti anche l’assessore regionale Moreno Pieroni, il direttore generale dell’Asur Alessandro Marini e il direttore sanitario dell’Asur Nadia Storti

Il primario Alessandro Cecchi, responsabile del servizio, stamattina, 25 gennaio, con il governatore Luca Ceriscioli
Il primario Alessandro Cecchi, responsabile del servizio, stamattina, 25 gennaio, con il governatore Luca Ceriscioli

LORETO – Il Centro di diagnosi prenatale di secondo livello all’ospedale di Loreto ha già numeri da record. Ad illustrarli il primario Alessandro Cecchi, responsabile del servizio, stamattina, 25 gennaio, in occasione della visita del governatore Luca Ceriscioli. Presenti anche l’assessore regionale Moreno Pieroni, il direttore generale dell’Asur Alessandro Marini e il direttore sanitario dell’Asur Nadia Storti.

«Il 2018 ha visto un costante incremento delle attività del Centro per 11mila e 492 prestazioni – ha detto il dottore – con un incremento del 49 per cento rispetto all’anno precedente (seimila e 873 contro quattromila e 619 del 2017) e mille e 26 nuove pazienti che si sono rivolte al centro per sospetti di patologia fetale o per rischi da assunzione di farmaci, per familiarità, esposizione a radiazioni o per malattie infettive contratte in gravidanza e a rischio per danni al prodotto del concepimento, per 58 punti percentuali in più rispetto al 2017».

Il presidente della Regione Ceriscioli ha aggiunto: «Oggi inauguriamo anche due ecografi screening di secondo livello, un’innovazione tecnologica a servizio delle mamme marchigiane a Loreto nella struttura punto di riferimento per indagini di secondo livello a servizio delle donne che aspettano un bambino e hanno bisogno di approfondimenti. Qui lo possono fare contando sulle tecnologie migliori di un centro che segue oltre mille casi all’anno. E’ una scommessa vinta, abbiamo scelto di concentrare in un’unica struttura questo servizio e i risultati ci sono. In due anni 160 mamme sono venute dalle altre Regioni riconoscendo il valore di una struttura che accoglie le persone in pochissimi giorni e, nel caso di bisogno, le indirizza verso le soluzioni migliori in grado di accompagnare il resto della gravidanza».