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Filottrano, “Ramon loco” finisce di nuovo in carcere

Nel 2017 aveva creato un quadrilatero della droga tra Filottrano, Appignano, Montefano e Recanati. Era finito in carcere e poi gli erano stati concessi i domiciliari. Oggi però, 7 giugno, il 39enne filottranese è stato riportato dai carabinieri di Osimo a Montacuto

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FILOTTRANO e LORETO – “Ramon loco”, come lo chiamavano nei suoi ambienti, è finito di nuovo in carcere. Nel 2017 aveva creato un quadrilatero della droga tra Filottrano, Appignano, Montefano e Recanati. In quella sorta di fortezza in cui agiva indisturbato con la propria compagna, a cavallo delle provincie di Ancona e Macerata, era diventato in breve tempo il punto di riferimento per pusher locali, giovanissimi consumatori adolescenti ma anche per adulti e noti personaggi del luogo, per lo smercio di cocaina, hashish e marijuana. Aveva organizzato un giro di affari mensile pari a 60mila euro mantenendo un tenore di vita al di sopra delle reali possibilità economiche. Stamattina, 7 giugno, all’alba è stato arrestato di nuovo Marco Pesaresi, operaio 39enne di Appignano ma domiciliato a Filottrano dove si trovava agli arresti domiciliari. Il 30 aprile dell’anno scorso era finito in carcere a Montacuto e poi gli erano stati concessi appunto i domiciliari.

Sono stati i carabinieri della Stazione di Filottrano coordinati dal maggiore Raffaele Conforti della Compagnia di Osimo a dare la sveglia al trafficante stamattina alle 5.30, dando così esecuzione all’ordine di carcerazione emesso nella tarda mattina di ieri, 6 giugno, dalla Procura a firma del pm Bilotta. L’ordinanza è stata emessa in esecuzione della sentenza del 14 dicembre del Gip al tribunale di Ancona, diventata definitiva il 31 dello stesso mese quando l’arrestato era stato riconosciuto colpevole per detenzione e di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio in concorso aggravato da recidiva ed era stato condannato alla pena definitiva di due anni, cinque mesi e 20 giorni di reclusione e alla multa di 12mila euro, con conseguente interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Il 39enne è stato recluso a Montacuto dove sconterà la pena fino al 2020.

Denunciata a Loreto per simulazione di reato una barista pregiudicata, C.C., 33 anni. Il 30 marzo aveva simulato il furto della propria Kia Picanto nei pressi dell’ospedale ad opera di un giovane che poco prima gli aveva chiesto delle informazioni. La stessa auto, a dire della denunciante, era stata abbandonata dall’autore del furto danneggiata per l’urto contro un muretto di via San Francesco. Una versione che fin dall’inizio non aveva convinto i carabinieri di Loreto che dopo le indagini sono riusciti, anche attraverso testimonianze e la visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, a capire che non c’era stato alcun furto. Era stata la donna a simulare anche l’incidente per poter ottenere il risarcimento dalla propria assicurazione. Di conseguenza a carico della barista è scattata la denuncia a piede libero.