Attualità

Dal Vaticano a Lampedusa, in kayak, per portare conforto ai migranti

Il chiaravallese Roberto Rabboni è già partito per l'impresa in canoa che quest'anno lo porterà fino alla Sicilia per consegnare la statua benedetta della Madonna di Loreto al parroco di Lampedusa

Roberto Rabboni con in braccio la statua della Madonna di Loreto accanto al cardinale Angelo Comastri in Vaticano dopo la benedizione

LORETO – Dopo il pellegrinaggio in canoa che tra giugno e agosto 2014 lo ha portato da Loreto (Porto Recanati) fino a piazza San Pietro a Roma, dove ha potuto consegnare a papa Francesco una statua della Madonna di Loreto, il chiaravallese Roberto Rabboni è partito ieri, 28 giugno, in kayak da piazza San Pietro con destinazione Lampedusa, accompagnato da una seconda statua della Madonna di Loreto da consegnare questa volta a don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa. L’arrivo dovrebbe coincidere con la festa dell’Immacolata Concezione il 15 agosto. A capo della spedizione il comandante della guardia Costiera in riserva Corrado Gamberini, responsabile di tutta la logistica e dell’organizzazione terrestre e marina. In canoa sempre presente Rabboni, responsabile del reclutamento canoisti e della realizzazione pratica dell’impresa.

«L’idea, quasi il bisogno, nasce dopo la fantastica esperienza vissuta nel 2014, quando undici canoisti sono partiti dal sagrato della Santa Casa di Loreto con un’immagine della Madonna e l’hanno consegnata 70 giorni dopo al Santo Padre in Vaticano – racconta Rabboni -. I pellegrini a bordo di una canoa doppia hanno percorso il periplo delle coste italiane, alternando la navigazione a tratti a piedi quando le condizioni meteo marine non lo permettevano. Il pellegrinaggio è stato organizzato grazie alla collaborazione della Lega navale italiana perché i pellegrini utilizzavano le sedi della stessa per il supporto logistico. A fronte di quella bellissima esperienza, vogliamo fare lo stesso, raggiungere a piedi Ostia e da lì salpare a bordo di una canoa doppia alla volta di Lampedusa».

La rotta è intuibile: costeggeranno fino a Reggio Calabria, poi supereranno lo stretto di Messina e le coste sicule fino all’arrivo a Porto Empedocle e da lì si salperà per Linosa prima e Lampedusa dopo. I tempi di compimento dell’impresa sono molto indicativi, comunque, considerata l’esperienza maturata, i partecipanti credono di impiegare 50-55 giorni per raggiungere Porto Empedocle. Una volta a Licata si salperà alla volta di Linosa che dista circa 90 miglia, navigabili in circa 36 ore. Le altre 28 miglia che dividono Linosa da Lampedusa, navigabili in circa 12 ore, saranno percorse il giorno seguente.

Le motivazioni sono molteplici. Religiose: consegnare a don Carmelo l’immagine della Madonna di Loreto e da lì ripartire alla volta di Lampedusa per dare il benvenuto a tutte le persone che arrivano in terra italiana. Tutto questo utilizzando un’imbarcazione minimalista come la canoa. Economiche: poter consegnare a don Carmelo un aiuto pari a duemila euro grazie alla collaborazione con la onlus “Il leone che ride” di cui Rabboni ne è il presidente. Sociali: sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno della migrazione dei popoli e sull’aiuto verso esseri umani che lasciano la loro terra sperando in una possibilità di vita migliore. Umane: per gridare al popolo lampedusano l’appoggio di tutte le persone che si incontreranno durante il percorso. L’iniziativa è apartitica e apolitica e ha interessi esclusivamente religiosi, sociali e umani.