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Don Dino Cecconi, da reporter nel mondo al Duomo di Osimo

Per 12 anni ha girato ogni angolo del pianeta, ora torna nella sua Osimo per la prima volta da Parroco. «Una sfida impegnativa, ma non smetterò di fare il regista»

Don Dino Cecconi

OSIMO- Sessantaquattro anni, nato a San Sabino, frazione di Osimo. Nella sua carriera sacerdotale è stato anche inviato e reporter, girando video documentari nelle realtà più remote e spesso marginali del pianeta. Eppure Don Dino Cecconi, nuovo reggente della cattedrale di San Leopardo, finora non era mai stato parroco nella sua Osimo.

«È vero – ci conferma – questa sarà la prima volta nella mia città natale e la vivo con un’emozione particolare. La nomina a parroco è una grande responsabilità e come tutte le cose nuove sarà una sfida impegnativa».

Come reporter ha girato il mondo: è stato in Brasile, Canada, Stati Uniti…
«Ho svolto questo servizio per ben 12 anni come inviato per eventi particolari, facevo video documentari su certe realtà, facciamo prima a dire quale parte del mondo non ho visitato. È stata un’esperienza incredibile, ho visto anche tanta miseria ma spesso dove c’è miseria c’è anche bellezza»..

Lascia la parrocchia di Posatora dopo nove anni, sette da parroco e due da vice…che effetto fa?
«A Posatora lascio tanti amici e tante persone che mi vogliono bene, quando hanno saputo del mio spostamento qualcuno ha pianto. Però questa è la nostra vita, chi fa il prete sa che periodicamente dovrà cambiare zona, siamo a disposizione e andiamo dove c’è bisogno del nostro operato. E poi bisognerebbe non attaccarsi mai troppo ad una parrocchia, perché la comunità di fedeli non deve identificarsi mai unicamente nel suo parroco. Poi è normale che dopo tanti anni ci sia un velo di dispiacere, questa è una scelta che porta gioia per certi versi ma allo stesso tempo sofferenza per altri».

In questi anni ha seguito la regia delle messe della domenica in onda su Rai Uno. Continuerà a svolgere anche questo incarico?
«Nei limiti del possibile sì. La regia delle messe su Rai Uno è seguita da altri tre preti oltre a me e ci alterniamo ogni domenica. Negli anni sono state conseguite delle professionalità che non si possono improvvisare. Questo è un impegno che porto avanti anche per i malati che la domenica non hanno la possibilità di andare alla messa, se voglio pensare alla mia attività in parrocchia devo pensare a tutti, anche e soprattutto a loro».

Ad Osimo la notizia della sua nomina è stata accolta con grande entusiasmo…
«Confesso che ho ricevuto molti messaggi di benvenuto e di auguri. Mi fa molto piacere. Ad Osimo ho tantissimi amici e anche se non sono stato mai parroco non ho mai perso i contatti con la mia città».