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Emergenza Covid-19, il Comune di Osimo rinegozia i mutui

L’emergenza coronavirus ha messo a dura prova i Comuni a livello finanziario. Osimo non è da meno. L'amministrazione sta facendo di tutto per trovare le risorse necessarie per procedere con il governo della città

Il sindaco con la giunta su Skype
Il sindaco con la giunta su Skype

OSIMO – L’emergenza coronavirus ha messo a dura prova i Comuni a livello finanziario. Osimo non è da meno. Il Comune sta facendo di tutto per trovare le risorse necessarie per procedere con l’amministrazione della città. «Entro luglio dovremo far quadrare i conti e trovare risorse per aiutare le attività produttive, non solo con l’esenzione delle tasse ma con il sostegno al credito e il fondo perduto. Adesso abbiamo 340 mila euro dalla rinegoziazione dei mutui. Saranno pure pochi, come dicono alcuni, ma fondamentali per far ripartire tutto a Osimo. 800 mila euro lo Stato ce li ha già dati. Un milione e cento in totale quindi». Lo spiega il sindaco Simone Pugnaloni, non negando la difficoltà trovata per reperire quei soldi, boccata d’ossigeno per il futuro.

«Le minori entrate di questo periodo, come già detto in altre occasioni, sono pari a un milione e mezzo euro. In seguito procederemo a parlare di razionalizzazione o meglio, di copertura della spesa essenziale che oggi non c’è proprio per le mancate entrate».
I mutui slitteranno al 2043: «Potevamo farne a meno? Sì ma abbiamo tremato io e l’assessore al Bilancio perché si era detto che tre miliardi e mezzo lo Stato li dava ai Comuni in considerazione dei risparmi di spesa, cioè proprio la rinegoziazione. È un atto dovuto e ponderato. Il bilancio viaggia per cassa adesso e non per competenza, dobbiamo prendere in considerazione tutto quello che lo Stato ci propone. Entro il 31 luglio ovviamente torneremo in questa sede a parlare di bilancio per salvaguardare gli equilibri. Senza bilancio approvato abbiamo fatto salti mortali per trovare risorse per le attività di emergenza e ce l’abbiamo fatta».

Le Liste civiche alla minoranza criticano la decisione: «Forse prima sarebbe bene valutare tutte le risorse che si possono recuperare, come ad esempio il tesoretto che deriva dalla vendita di Astea Energia, gli undici milioni di euro di mutui per opere pubbliche, la realizzazione di un auditorium sotto il teatro e tanto altro».