OSIMO – È passato il primo fine settimana con il Green pass obbligatorio. A Osimo, città in cui è in vigore anche un’ordinanza anti movida firmata dal sindaco Simone Pugnaloni che mette un freno alla musica, alla somministrazione di alcol e ai conseguenti assembramenti notturni, in questi giorni si è tanto dibattuto sull’obbligo della certificazione verde.
La vicesindaco Andreoni: «Non capisco chi parla di dittatura»
Nel dibattito è entrata anche la vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Paola Andreoni: «Non capisco chi parla di schiavitù o di dittatura. Visto che la pandemia è tutt’altro che finita, è necessario trovare strategie e strumenti per superarla. Il Green pass è uno di questi perché ci dà la libertà di andare al ristorante al chiuso e in biblioteca, al cinema e al teatro, al museo o in palestra. Inoltre chi ha il certificato verde può viaggiare senza problemi in Europa e in Italia, anche in eventuali zone rosse o arancioni».
Un pensiero abbracciato da tanti
Un pensiero incisivo abbracciato da tanti, che hanno innescato anche un dibattito costruttivo sui social. Altri invece parlano di obbligo imposto dall’alto, imposizione che non va giù. In ogni caso tutti i locali osimani si stanno attrezzando per far fronte al nuovo provvedimento. «C’è poi un altro aspetto non meno importante. I morti di Covid in Italia sono stati 128mila: il che vuol dire che, in poco più di un anno, sono scomparse tante persone quanti sono gli abitanti di Ancona e Osimo – continua Andreoni -. Con queste terribili cifre non possiamo più permetterci errori e neppure lontanamente immaginare di essere costretti di nuovo a questa tragica e dolorosa contabilità. Grazie al green pass torniamo alla libertà in sicurezza. L’unica libertà oggi possibile: una libertà rispettosa dei più fragili, degli anziani, di chi lavora in ospedale e nelle rsa, delle nostre attività economiche che non possono e non devono sopportare altri periodi di chiusura».
Le “voci” di Osimo
David Monticelli, ex consigliere comunale Cinque stelle, afferma: «Il cosiddetto green pass, un provvedimento ignobile (eufemismo) che viola due o trecento articoli tra Costituzione italiana, Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, convenzione di Oviedo e trattato di Norimberga, dovrebbe scatenare una mobilitazione indignata dei cittadini. Una persona come il vicesindaco, con la sua preparazione storica e il suo livello culturale, mi aspetterei di vederla in prima fila ad incitare gli altri a battersi e invece no».
Mauro Gramuglia, delegato osimano dell’Auser, dice: «Vaccino sì, vaccino no, è una guerra tra poveri. Ai “rivoluzionari nostrani” cui andrebbe spiegato che si può essere profondamente liberi su un eremo in montagna, isolati completamente senza la possibilità di poter tornare a vivere con altri essere umani, ma non in qualsiasi altro spazio che presupponga invece una convivenza quanto meno civile con altri di cui si è comunque responsabili».
Rosalia Alocco del comitato dei residenti del centro storico “C’entro”: «Anche la libertà di lavorare spero che rientri nei diritti inalienabili, oltre a quello di non morire o di ammalarsi. Sicuramente a molti non è successo di aver avuto la sospensione dell’attività lavorativa per un anno. I ristori non hanno coperto neanche le spese vive, dello stipendio neanche l’ombra. Vorrei vedere quei coraggiosi no vax e no pass senza stipendio per un anno se continuano con coraggio ed intransigenza a pensarla allo stesso modo sulla libertà dal vaccino o se corrono a farsi vaccinare».
I dati Covid a Osimo
I dati più aggiornati oggi parlano di 63 positivi al Covid a Osimo per un totale di 115 persone in quarantena.