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Guerra in Ucraina, le testimonianze di chi raccoglie aiuti e ospita profughi

La catena degli aiuti è già partita. In tutta la Valmusone le famiglie che hanno parenti in arrivo dall'Ucraina stanno offrendo accoglienza. A Filottrano c'è un bar che si è fatto punto di raccolta

Foto di repertorio (Grigory Kubatyan - Adobe Stock)

CASTELFIDARDO e FILOTTRANO – Anche in Valmusone diversi ucraini si stanno ricongiungendo ai propri familiari. Come quelli di Markiyan Voytyuk, titolare del ristorante pizzeria Mare226 a Marcelli di Numana e arbitro di calcio in serie C. Ha 30 anni e dal 2000 abita a Castelfidardo. «Nella città in cui abitano i miei parenti, in provincia di Leopoli, sono tutti in allerta e preparati per la precauzione dovuta. La città è abbastanza distante dal fulcro dei combattimenti che si svolgono a Est, i russi vogliono prendere Kiev, ma non siamo comunque affatto tranquilli. Hanno paura che arrivino i bombardamenti anche lì. Ci chiamiamo tutti i giorni. Qualche giorno fa è arrivato mio zio che ha portato la sua famiglia con i nipotini, la moglie del figlio, e ieri è tornato in Ucraina. Loro sono qui vicino a noi e sono al sicuro, ne siamo felici. Il figlio di mio zio è il sindaco di una cittadina e vuole stargli vicino, vuole essere di suo supporto». Lo racconta con voce ferma, Voytyuk, ma la preoccupazione si scorge dalle sue parole. «Abitiamo a un chilometro dall’aeroporto, se dovessero attaccare lì sarebbe problematico davvero. Tutti i nostri amici e parenti adulti sono ancora là mentre i bambini sono riusciti a varcare i confini dell’Ucraina. Mio cugino dentista e la moglie infermiera ad esempio hanno deciso di restare in aiuto dei cittadini che non possono uscire», continua a raccontare.

Per una manciata di giorni la mamma del giovane è riuscita a tornare in Italia dove abita: «Mia mamma è andata da mia nonna in Ucraina per il suo compleanno, 80 anni. È ritornata il 14 febbraio, una settimana dopo sarebbe iniziata la guerra. Per pochissimo non è rimasta bloccata là. È stata fortunata a poter tornare, gli aeroporti sono chiusi adesso». La paura del ragazzo va anche oltre la guerra nel suo Paese natio: «Ho paura che Putin, una volta conquistata l’Ucraina, non si fermi. Nessuno lo può sapere. Qua in allerta devono esserlo tutti quanti. Noi siamo talmente in allarme e disponibili che siamo anche pronti a partire per l’Ungheria e la Polonia a prendere i parenti che si sono fermati lì, amici, e altri che vogliono tornare. Alcuni partono e altri invece vogliono restare vicino ai cari, come mio zio che è ripartito per Leopoli appunto».

L’apertura di Filottrano, scatta la gara di solidarietà

Julia Rachynska e il suo compagno Lorenzo Rogati del bar Jumi Bistrot di Filottrano con Anna Drabiuk hanno avviato una raccolta per gli ucraini, beni di prima necessità e medicinali per lo più. Con loro ci sono alcune famiglie di Filottrano che si sono dette disponibili a ospitare, in spazi sfitti di loro proprietà, eventuali arrivi di loro amici e conoscenti dall’Ucraina. Proprio Anna non si è tirata indietro. Una loro amica, infermiera a Cernivtsi, è in arrivo con i suoi due figli. «Sanno che dovranno affrontare tanti pericoli per strada. Si trovano ai confini tra la Moldavia e la Romania. La loro città non è stata bombardata ma hanno paura, sentono il rumore sordo delle bombe a pochi chilometri di distanza. Vivono nella paura e vorrebbero al più presto tornare a casa – racconta Anna -. Tutti i miei parenti sono ancora in Ucraina. C’è mio padre e mio zio che non se ne andranno. Mio padre ospita anche parenti in fuga da Kiev. Spero di poter riabbracciare presto la mia amica qui a Filottrano. Sta rimandando la partenza perché ha paura di lasciare il marito. Vuole però mettere in salvo i suoi figli. Siamo molto preoccupati per la nostra nazione ma anche per i russi, è una situazione straziante».