OSIMO – Un tempo era un ospedale pienamente funzionante immerso in un’oasi di verde, ora è una meta “turistica” per appassionati di luoghi abbandonati. Il Muzio Gallo in località Santo Stefano (ex Smom), dopo la sua definitiva chiusura nel 1988, è diventato uno dei tanti “posti fantasma” presenti sul territorio nazionale. Ce ne sono diversi anche nelle Marche: fabbriche dismesse come la ex Montedison di Montemarciano e Porto San’Elpidio, manicomi chiusi come quello di Pesaro, chiese o cinema abbandonati come l’Enel di Ancona. Negli ultimi anni questi posti sono diventati a loro modo delle attrazioni per curiosi e appassionati del genere, ma anche veri e propri set fotografici da cui sono scaturite guide e mostre.
Anche il Muzio Gallo è finito suo malgrado in questo speciale elenco, dopo circa 30 anni di abbandono e degrado, durante i quali la struttura è stata più volte depredata e in passato anche usata come luogo di ritrovo per tossici.
Proprietaria dell’area è l’Azienda Sanitaria Unica Regionale, per tramite della Provincia di Ancona che la ricevette in donazione nel 1933 dalla contessa Ida Gallo. Inaugurato come nosocomio nel 1959, gestito dai Cavalieri del Sovrano Militare dell’Ordine di Malta (da qui il nome SMOM), cessò definitivamente la sua attività nel 1988. Da allora una parabola di cantieri bloccati e progetti mai portati a termine, come quello di ospitare la nuova sede della Lega del Filo d’Oro.
L’ultima proposta è dell’associazione di volontariato Ama Onlus, che nel 2014 ha presentato in Regione un progetto per trasformare la struttura in una casa di accoglienza per bambini e adolescenti disagiati. Tra i soci della onlus c’è anche Pier Stefano Gallo, discendente della contessa Ida. Ma la proposta al momento non ha ottenuto i riscontri sperati.