LORETO – Quest’anno a Loreto è l’anno del Giubileo, erano attesi migliaia di pellegrini che avrebbero raggiunto e vissuto il centro storico assieme all’imponente santuario. Avrebbero consumato nei locali, acquistato nei negozi di souvenir religiosi e sostenuto il commercio, come nei mesi scorsi dove il trend era già molto positivo. Nulla di tutto ciò però.
Il Coronavirus e la conseguente emergenza sanitaria stanno mettendo in ginocchio anche il commercio di Loreto. Una situazione, quella creatasi nelle ultime settimane, che pone a durissima prova il tessuto commerciale cittadino. Il sindaco si appresta domani, mercoledì 29 aprile, in piazza del Santuario, a ricevere dai commercianti, in via simbolica, le chiavi dei loro esercizi commerciali facendo altrettanto simbolicamente da tramite con il Governo centrale. Proprio al Governo la categoria vuole manifestare il proprio profondo disagio per la paralisi delle attività e chiedere misure e introiti straordinari, necessari di fronte ad un’emergenza senza precedenti. Una sorta di flash mob che coinvolge tutti.
«Esprimiamo forte preoccupazione per i commercianti del nostro territorio le cui attività sono ormai chiuse da molte settimane – dicono il sindaco Paolo Niccoletti e l’assessore al Turismo Fausto Pirchio -. Stiamo andando incontro alle loro esigenze, abbiamo rimodulato il rimborso delle tariffe e già avanzato richieste alla Regione Marche per l’assunzione di provvedimenti straordinari per la città, il cui turismo, di carattere soprattutto religioso, conoscerà stop o rallentamenti e senza il turismo il commercio sarà molto penalizzato». Misure che possano consentire la prosecuzione delle attività commerciali sul medio e lungo periodo e non ritrovarsi daccapo nel giro di breve tempo.
I commercianti hanno fatto sapere al sindaco che riaprire alle condizioni dettate dal Governo rappresenta un fattore di disagio perché non permetterebbe lo svolgimento delle normali attività all’interno degli stessi esercizi: «Non vogliamo aprire le nostre attività alle condizioni dettate dal decreto governativo di domenica (26 aprile). Vogliamo riaprire, tornare a lavorare, ma non alle condizioni che il Governo ci impone. Abbiamo bisogno che ci ascolti per trovare un compromesso per rimanere in piedi. Con quelle modalità, senza vere linee guida che ci possano permettere di sopravvivere, per noi equivale a morire – dice Gilberto Frontini, presidente dell’associazione commercianti e artigiani di Loreto e titolare del ristorante “Al girarrosto” -. Stiamo seguendo un movimento di colleghi italiani che chiedono una revisione del decreto del 26. Oggi (martedì 28) alle 21 saranno accese le luci dei nostri locali, simbolicamente, come se fosse l’ultima volta, e domani mattina ci sarà la consegna delle chiavi (si tratta di un flash mb nazionale che vede protagonisti esercizi commerciali, bar e ristoranti, ndr.). A Loreto viviamo dell’arrivo di pullman pieni di fedeli e turisti. Se non possiamo più contare sul loro arrivo per ovvi motivi, ci devono permettere di vivere del piccolo turismo, quello fatto da famigliole, ma il distanziamento da mettere in atto nel locale ad esempio non ce lo rende fattibile. Chiediamo di poter ripartire ma nelle giuste modalità per tutelarci a tutto tondo».
Il sindaco prosegue: «Comprendo il sentimento di grande preoccupazione dei nostri commercianti e me ne faccio carico. Turismo e commercio sono fondamentali per noi, l’uno alimenta l’altro, soprattutto se pensiamo che il turismo e il commercio lauretani hanno caratteristiche peculiari e specifiche che richiedono una considerazione particolare, se non unica, da parte delle istituzioni regionali e nazionali. La Regione Marche ritiene Loreto una cartolina importante ed è allora giusto che questa cartolina vada lustrata con sostegni adeguati».