LORETO – Da cinque anni ormai è al servizio delle future mamme, accoglie, come in un abbraccio sapiente, le loro preoccupazioni per se stesse ma soprattutto per i loro bambini che stanno per nascere. Il Centro unico regionale di diagnosi prenatale di secondo livello dell’Asur Marche, negli spazi dell’ospedale “Santa Casa” di Loreto, monitora gli aspetti della salute del feto durante la gravidanza permettendo di individuare precocemente malattie causate, tra tutti, da anomalie del dna. Oggi (primo aprile), per la festa del suo quinto “compleanno”, si sono sono innestate due inaugurazioni, l’attivazione ufficiale di un sistema di refertazione che unisce tutti i punti nascita per le ecografie che permette il dialogo tra tutti gli esperti del settore, e il taglio del nastro del Centro di Simulazione emergenze ostetrico neonatali.
La simulazione
In questo centro all’interno del “Santa Casa” appunto vengono costruiti tutti gli scenari di emergenza affinché non accada niente di grave al momento del parto. Per questo ci sono un manichino interattivo donna in gravidanza, Noel, che simula quello che può succedere e risponde agli stimoli dell’alunno, e un neonato, costantemente monitorati durante l’attività. Proprio in quella sala afferiscono tutti i punti nascita della Regione e gli specialisti per la formazione, ha spiegato il dottor Tonino Bernacconi, direttore Uoc – Anestesia Terapia intensiva Analgesia Area Vasta 2. Diversi gli attori coinvolti, un’ostetrica, il ginecologo, l’anestesista, il pediatra. Festa stamattina per l’inaugurazione alla presenza del governatore regionale Francesco Acquaroli, dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e di tutta l’equipe medica loretana accanto al sindaco Moreno Pieroni, e ai consiglieri Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale ed Elena Leonardi, presidente commissione regionale Sanità. Per la benedizione è giunto l’arcivescovo delegato pontificio monsignor Fabio Dal Cin.
L’attività del centro
Migliaia da tutte la Regione e anche da fuori sono le mamme che si sono rivolte al centro per sospetti di patologia fetale o per rischi da assunzione di farmaci, per familiarità, esposizione a radiazioni o per malattie infettive contratte in gravidanza. A parlarne il dottor Alessandro Recchi, primario responsabile del servizio: «Negli ultimi anni ha visto un costante incremento delle attività caratterizzato da un totale di 38mila e nove prestazioni con un aumento, nell’ultimo anno, del dieci per cento rispetto all’anno precedente e un afflusso totale di cinquemila e 783 nuove pazienti per sospetti di patologia fetale o per rischi vari. Diecimila e 884 i colloqui effettuati. I tempi medi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sono di circa sei-sette giorni. Per ottimizzare il percorso verso il centro è stata avviata una collaborazione con la Neonatologia dell’ospedale Salesi e la Clinica ostetrica della stessa struttura, nonché con un pool di specialisti dell’Azienda ospedaliera Ospedali riuniti di Ancona».