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Moda di lusso, il marchio francese Chanel investe a Osimo

Il famoso brand numero uno al mondo nel settore del lusso avrebbe rivolto l’attenzione anche su una delle più importanti aziende di Osimo, la Paima srl. Il commento di Federmoda della Cna

Chanel
Chanel a Monaco (Foto di Hans Braxmeier da Pixabay)

OSIMO – Il grande marchio di moda francese Chanel sta investendo in Italia. Il famoso brand numero uno al mondo nel settore del lusso avrebbe rivolto l’attenzione anche su una delle più importanti aziende di Osimo, la Paima srl con sede in via Monte Vettore a Casenuove, che produce maglieria di lusso per uomo e donna e tessuti. Nata nel 1963 come piccolo atelier artigiano della famiglia, Paima oggi è una grande azienda conosciuta nella penisola. La famiglia proprietaria avrebbe già ceduto una grande percentuale all’azienda con cui sarebbe restata in società, salvaguardando in tal modo le maestranze nella sede osimana.

Chanel si espande nel Belpaese

Una notizia trapelata ma comunque non confermata dai titolari dell’azienda. Che Chanel stia continuando a espandersi nel Belpaese rafforzando così la sua catena di produzione, è comunque dato certo dal 2019. La Maison francese del lusso aveva infatti annunciato di aver acquistato una quota di maggioranza di una conceria toscana ma anche in quel caso non erano stati forniti i dettagli della transazione. L’attenzione era rivolta alle borse e ai capi in pelle.

Il 2022 secondo Chanel

Secondo il presidente della divisione Moda di Chanel, in un’intervista rilasciata a inizio anno sul giornale online laconceria.it, il 2022 si prospetta come l’anno di un ritorno ai livelli pre-pandemia o forse anche di una nuova crescita. La sua opinione è che le campagne di vaccinazione permetteranno molti viaggi in Europa.

Il commento di Federmoda della Cna

La responsabile di Federmoda della Cna di Ancona Lucia Trenta

La “manovra” Paima non sarebbe di natura finanziaria ma puramente industriale. La responsabile di Federmoda della Cna di Ancona Lucia Trenta, aldilà del caso specifico quindi, traccia un focus sulla situazione del settore tessile nella provincia dorica in questo momento. «Le aziende stanno andando benino però sono andate molto male, devono recuperare moltissimo. Il problema è che, quando c’è stato il periodo del lockdown, a meno che non si sono occupate di fare mascherine, hanno dovuto chiudere. Molte sono state proprio ferme in quel periodo e per loro è saltata un’intera stagione. Il settore della moda è tale per cui se l’azienda sta ferma un mese salta esattamente una stagione e dalla parte della produzione non c’è un riscontro diretto. Poi c’è un’altra questione: essendo stati i negozi di abbigliamento e calzature chiusi, c’è stato un problema nelle vendite che si sono bloccate. I negozi non hanno venduto, non hanno pagato chi aveva fornito loro la merce e questi non hanno pagato i produttori. Si è fermata tutta la catena non solo di vendita e distribuzione ma anche di produzione».

È stato tutto molto complesso. Poi la riapertura. «I negozi avevano tanta merce in magazzino che non avevano venduto e quindi non hanno fatto nuovi ordini – continua Trenta -. Non ci sono state le sfilate, le fiere, non si è venduto per la stagione successiva. Quando si è potuto tornare a produrre, non c’era nulla da produrre. Il settore è molto concatenato e stratificato in diverse produzioni sia per la calzatura che per l’abbigliamento. Riscontri negativi in termini di fatturato e di capacità di poter tenere in piedi le imprese sono arrivati subito. Adesso si sta riprendendo, dopo un anno e mezzo di pandemia. In questo momento stanno lavorando alla presentazione delle collezioni a settembre. Soltanto dopo si potrà capire se la campagna vendite darà dei frutti».

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