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Osimo, al via i progetti utili alla collettività per i beneficiari del reddito di cittadinanza

I percettori del contributo integrativo saranno impegnati in lavori di pubblica utilità sul territorio comunale e la mancata disponibilità «comporterà la decadenza del beneficio» . A comunicarlo il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Paola Andreoni

Il Comune di Osimo
Il Comune di Osimo

OSIMO – «Nel Comune di Osimo sono 247 i beneficiari del reddito di cittadinanza che dovranno offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività presso il Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore non inferiori a otto settimanali, aumentabili fino a 16 con il consenso di entrambe le parti. La mancata partecipazione a detti progetti da parte di uno dei componenti maggiorenni il nucleo familiare comporta la decadenza del beneficio».

A comunicarlo il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Paola Andreoni. Non sono tenuti agli obblighi i minorenni, gli occupati, pensionati, over 65, disabili. I beneficiari saranno tenuti a prestare la loro attività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni.

«Il percorso segnato dall’Ambito sociale 13 di cui Osimo è Comune capofila prevede l’approvazione delle linee guida da parte del Comitato dei sindaci presumibilmente la prossima settimana. Una volta approvate si procederà con una manifestazione di interesse per intercettare la disponibilità ad attivare progetti Puc (Progetti utili alla collettività) da parte del terzo settore o di altri enti sia pubblici che privati. Nel frattempo i Comuni possono in autonomia attivare i Puc nei settori che riterranno più utili», continua Andreoni.

L’amministrazione comunale di Osimo sta definendo gli ambiti nei quali attivare i Puc tenendo conto che i beneficiari del reddito di cittadinanza non possono ricoprire ruoli o posizioni nell’organizzazione del proponente il progetto, non possono sostituire lavoratori assenti a causa di malattia, congedi parentali, ferie ed altri istituti, o venire impiegati per far fronte esigenze di organico.

«Le linee guida dovranno definire: il numero dei Puc da attivare in ogni nucleo familiare, la durata del Puc (ad esempio fino a 18 mesi corrispondente alla durata del reddito di cittadinanza), le ore settimanali di impiego che possono andare da otto ore a 16, la quota da riconoscere a chi attiva i Puc per la copertura della Rtc, della visita medica, del corso sulla sicurezza obbligatorio, dei dispositivi di sicurezza oltre ad una quota per la gestione amministrativa. È un’importante occasione di esperienza lavorativa e di inclusione sociale. La speranza è che ci sia disponibilità ad attivare i Puc sia da parte del terzo settore che da parte di altri enti sia privati che pubblici».