OSIMO – Collaborazione, legame con il territorio e sostenibilità ambientale. Saranno queste le parole chiave che caratterizzeranno le sfide future di Astea, la multiutility osimana che ha toccato il traguardo dei 110 anni dalla sua istituzione avvenuta il 15 settembre del 1909 ad opera del consiglio comunale con lo scopo di portare l’acqua nei territori. E nei giorni scorsi è arrivata anche la nomina del nuovo presidente, l’imprenditore 43enne Massimo Scalmati (socio della Am&M consulting, Misco Valley e Dis Shoes). «È un onore per me ricoprire questo ruolo, sicuramente non sarà un lavoro facile. L’Astea è un’azienda solida, ma dovremo perseguire piani di sviluppo efficaci. Il gruppo potrà fare un buon lavoro per dare sviluppo e una nuova linfa al tessuto del territorio».
Sul secolo di attività di Astea domani, venerdì 4 ottobre, in sede un convegno a partire dalle 18. Tra gli ospiti, il presidente regionale Luca Ceriscioli e il vicedirettore nazionale di Utilitalia Paolo Giacomelli.
QUALCHE NUMERO DI ASTEA – Si tratta di una realtà che nel tempo ha segnato una crescita esponenziale tanto da vantare un fatturato di 44milioni e un patrimonio di 104milioni di euro. La multiutility garantisce occupazione a 240 persone e distribuisce 7,5 metri cubi all’anno di acqua a 115mila utenti residenti negli 8 comuni serviti: Osimo, Recanati, Porto Recanati, Loreto, Potenza Picena, Montelupone, Montecassiano e Montefano.
Ma accanto ai servizi idrici, Astea porta nelle abitazioni e nelle aziende energia elettrica, metano e gestisce 13mila punti di illuminazione pubblica: 61mila gli utenti raggiunti da 280kw/h di energia elettrica tra i comuni di Osimo, Recanati e Polverigi, mentre sono 70mila quelli servizi con 50milioni di metri cubi annui di metano a Osimo, Recanati, Loreto e Montecassiano.
Astea va forte anche sul fronte degli investimenti che nella linea idrica hanno toccato i 10.5 milioni di euro nel 2018 e in previsione fino al 2025 ci sono altri 36milioni di euro dei quali 27milioni saranno destinati al collettamento fognario e alla depurazione. Più di 1milione di euro è stato investito per il primo lotto del collegamento tra Osimo Stazione e Montefano giunto in fase conclusa, poi gli investimenti nell’ultimo tratto di Casenuove.
Un azienda fortemente radicata sul territorio che sta lavorando moltissimo sul fronte della sostenibilità ambientale: 11 le casette per l’erogazione dell’acqua aperte sul territorio, che hanno distribuito 22milioni di litri di acqua, consentendo un risparmio di 439 quintali di plastica che se tradotti in bottiglie, messe in fila una avanti all’altra, avrebbero prodotto 4830 km di strada. Poi la raccolta differenziata che vede Osimo primo tra i comuni marchigiani sopra i 30mila abitanti.
«Un risultato reso possibile grazie anche all’impegno e alla collaborazione dei cittadini», come ha sottolineato l’amministratore delegato Fabio Marchetti oltre che alle campagne informative realizzate da Astea per promuovere sul territorio e nelle scuole lo sviluppo della consapevolezza e della sensibilità nei confronti della tutela ambientale. «Se siamo arrivati a 110 anni il plauso va a dipendenti, agli amministratori dell’azienda e a quelli comunali che nel corso degli anni si sono succeduti e che hanno permesso ad Astea di crescere e di vincere tante sfide».
«Il futuro va verso i gestori unici – ha dichiarato Marchetti – e in questa cornice sarà fondamentale stringere collaborazioni con altre aziende, rimanendo sempre saldamente presenti sul territorio». Sostanzialmente la ricetta che ha decretato il successo di Astea negli anni, con la territorialità degli sportelli e i sindaci quali sentinelle. «La nostra presenza e la fiducia da parte dei cittadini ci lasciano ben sperare in un futuro ancora più radioso».
Il direttore di Astea Massimiliano Riderelli Belli, ha ricordato l’impegno dell’azienda in direzione della qualità, con investimenti sulle reti e sulla depurazione delle acque. Investimenti che hanno «portato un ritorno immediato», come testimoniato dalle perdite di rete «molto inferiori alla media nazionale».
«Ogni anno circa 6 milioni delle nostre risorse vanno in lavori per nuove condutture e depurazione, creando valore aggiunto e lavoro, nella maggior parte distribuito sul territorio – ha evidenziato Riderelli Belli -. Non va dimenticata una cultura nuova che sta nascendo con programmi informativi e promozione, ad iniziare dalle scuole, e gli investimenti per attivare le nuove casette dell’acqua, che significa più uso di acqua corrente di qualità e meno produzione di plastica».
LA STORIA E LE STRATEGIE FUTURE
La storia di Astea è legata saldamente all’acqua, infatti il primo impegno dell’azienda fu quello di distribuire risorse idriche sul territorio. E proprio per risalire alle sue origini, in occasione della ricorrenza, è stato nominato un comitato costituito dall’ex presidente Carlo Gobbi, ricercatore e autore di libri sulla storia locale, dall’architetto Manuela Francesca Panini, capodelegazione del Fai Ancona che ha condotto ricerche e studi sul patrimonio artistico e culturale degli acquedotti e delle fontane, insieme all’architetto Carlo Zenobi.
Una ricerca meticolosa negli uffici comunali e nelle biblioteche che ha portato al censimento delle fontane e delle fonti nel territorio degli 8 comuni, un patrimonio storico e architettonico di grande importanza. Il censimento verrà tradotto in formato multimediale per essere pubblicato sul sito di Astea così da essere disponibile alla consultazione dei cittadini ma anche come materiale didattico per le scuole.
L’INIZIATIVA – Le celebrazioni per la ricorrenza dei 110 anni di Astea avranno il loro culmine domani, venerdì 4 ottobre quando a partire dalle 18 nella sede di via Guazzatore prenderà il via il convegno dove passato e presente della multiutility saranno messi a confronto per tracciare le direttive future dell’azienda. Interverranno oltre ai vertici di Astea, il presidente regionale Luca Ceriscioli e il vicedirettore nazionale di Utilitalia Paolo Giacomelli. A seguire sulla facciata della sede, verranno proiettate immagini del logo aziendale, oltre che delle fontane e degli acquedotti censiti.
«Siamo fatti per la maggior parte di acqua – ha sottolineato Fabio Marchetti – e le stesse nostre comunità vivono e si sono sviluppate su questo elemento. Acqua per far prosperare l’agricoltura e per far vivere le nostre città ed i nostri territori. Da sempre l’acqua fa crescere. Come del resto è cresciuta Astea in questi 110 anni di storia. Un cammino che parla di come gli uomini che ci hanno preceduto hanno fatto l’impresa, hanno segnato il territorio con pozzi, acquedotti, torri, fonti e fontane. Del resto il primo impegno della nostra società è stato quello di “portare l’acqua nei territori”. Il segno lasciato è importante perché ci parla di una storia positiva. Dove arrivava la fontana in piazza arrivava l’acqua corrente, la possibilità di avere acqua pulita, di lavare e di abbeverare gli animali. Abbiamo contribuito a far elevare la vita ed i costumi. Si sono lasciate dei segni con costruzioni cariche di storia, di cultura architettonica, di ricordi che sono importanti per le nostre comunità».