OSIMO – «Chiedete spiegazioni, alzate la voce, partecipate alla vita della vostra città», ha detto il Capitano Ultimo, il colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio, che nel gennaio del 1993 arrestò il capo di Cosa Nostra Totò Riina, agli studenti che lo ascoltavano l’altra mattina (26 maggio) nell’aula magna della sede di Osimo dell’istituto superiore Laeng Meucci. L’evento, a 30 anni dalla strage di Capaci, è stato organizzato in collaborazione con i volontari del Capitano Ultimo delle Marche. Aperto dall’esecuzione dell’inno nazionale, ha visto la partecipazione del maggiore Luigi Ciccarelli del comando della Compagnia dei Carabinieri di Osimo, del commissario di Polizia Agnese Marinelli e del vicesindaco Paola Andreoni, con il dirigente scolastico Angelo Frisoli.
«Con la perdita di Giovanni Falcone abbiamo perso la capacità di conoscenza sulle tematiche della mafia siciliana. A lui non bastava più fare indagini, voleva spazzare via la mafia, voleva vincere», ha aggiunto. L’incontro si è concluso con la presentazione dell’attività dei volontari del Capitano Ultimo che a Roma hanno aperto una casa-famiglia per dieci ragazzi che hanno restaurato otto stanze, dove sono ospitate persone senza fissa dimora e dove è stata aperta una mensa per i poveri.