OSIMO – È tornato a riunirsi il Consiglio comunale a Osimo, per la terza volta dall’inizio del secondo mandato Pugnaloni, ieri sera, 31 luglio. Due consiglieri di maggioranza hanno rassegnato le dimissioni: l’ex assessore Daniele Bernardini, Pd, al cui posto è subentrata Cecilia Gobbi, e Marco Balestrieri, “Energia nuova”, sostituito da Ruben Ricci.
Poi la nomina del rappresentante del Comune nel cda della casa di riposo Fondazione Bambozzi: «La nostra città ha iniziato a vivere una nuova stagione politica. Ho votato convintamente il nome proposto dalle minoranze quale componente del Consiglio di amministrazione della fondazione Bambozzi – ha detto il sindaco Simone Pugnaloni -. È Elisabetta Baldantoni, proposta dal gruppo dell’ex candidato sindaco per “Progetto Osimo” Achille Ginnetti, oggi consigliere di minoranza. A lei a nome mio personale e di tutta la città i migliori auguri di buon lavoro insieme agli componenti nominati dal sindaco, dall’assemblea dei soci della Fondazione Bambozzi e dai due componenti nominati dalla maggioranza di governo in Consiglio comunale. L’esponente dell’opposizione saprà ben vigilare, ma anche condividere le migliori politiche per la casa di riposo Fondazione Bambozzi».
Grandi manovre poi sono in corso per scegliere il nuovo presidente dell’Ato 3 di Macerata, gestore del servizio idrico integrato, al posto di Francesco Fiordomo, già sindaco di Recanati e oggi portavoce del primo cittadino di Ancona, che ne ha retto le sorti dal 2015 a oggi. Tra i papabili c’era proprio il sindaco di Osimo, uno dei Comuni della Provincia che fa parte dell’Ato 3 (gli altri sono Castelfidardo, Filottrano, Loreto, Numana e Sirolo). Chiunque si candidi a guidare l’Ato 3 dovrà affrontare diverse sfide, tra cui la realizzazione del gestore unico del ciclo idrico. In queste ore però Pugnaloni ha fatto dietrofront sulla disponibilità alla sua candidatura per la presidenza dell’Ato 3, ribadendolo ai microfoni del civico consesso.
«Non è la carriera politica che deve prevalere sull’interesse comune, per tale ragione ho rinunciato a dare la disponibilità a candidarmi. Il sindaco di Macerata Carancini non vuole Astea perché troppo forte tra le società operative nel servizio idrico integrato, non vuole me perché socio forte di Astea – ha detto -. Non capisco perché ora parla di distinzioni tra Centro destra e sinistra, forse perché a Macerata si comincia a pensare alle candidature per le regionali e quindi ognuno si posiziona. Avevo dato la mia disponibilità, adesso però la nomina si rinvia alla settimana prossima e la sintesi non è più sugli obiettivi di tutelare tutti ma sui posizionamenti politici. Queste logiche non mi appartengono. Dal 1978 gli osimani contribuiscono in bolletta per far giungere l’acqua del Nera fino al mare passando per Osimo. Noi abbiamo contribuito ma l’acqua si ferma a Macerata da anni. Chiederò alle autorità preposte di farmi restituire quanto versato dagli osimani visto che l’acqua ancora non è arrivata».