OSIMO – È di nuovo testa a testa a Osimo tra l’ex sindaco Dino Latini, avvocato, 57 anni, e il primo cittadino uscente Simone Pugnaloni, 39 anni, proprio come nel 2014. I due avversari storici tornano al ballottaggio domenica 9 giugno.
Latini ha diversi punti percentuali di vantaggio. A suo supporto ci sono sei Liste civiche: prima per voti la lista “Su la testa”, poi “Patto sociale per Osimo” seguita a ruota da “Uniti per Latini sindaco”, “Noi azzurri”, dove sono confluiti esponenti di Forza Italia, “Green” e da ultimo “Osimo civica”.
Pugnaloni si è presentato con la lista del Partito democratico e altre quattro civiche. In testa c’è la lista del Pd seguita da “Energia nuova”, “Popolari uniti per Osimo”, “Osimo ecologia e futuro” e “OsiAmo”.
Come sarebbe configurato il Consiglio comunale se dovesse diventare sindaco l’uno o l’altro? Oggi è già possibile tracciare i due civici consessi per entrambe le casistiche. In Sala gialla sono 24 i seggi, 15 destinati alla maggioranza e 9 alle minoranze. I consiglieri che entreranno in aula sono i primi eletti nelle liste che hanno superato lo sbarramento grazie al numero delle preferenze ottenute. In attese delle preferenze, che tardano ad arrivare, ecco gli scenari.
Se dovesse diventare sindaco Latini, la maggioranza sarebbe configurata con quattro seggi sia per “Patto sociale” che per “Su la testa”, tre a “Uniti per Latini sindaco”, due a “Noi azzurri” e uno sia a “Green” che a “Osimo civica”. Per Pugnaloni, cinque seggi al Pd e uno ad “Energia nuova”, la civica che ha preso più voti, e resterebbero escluse le altre tre. I tre seggi rimanenti in minoranza andrebbero agli altrettanti ormai ex candidati a sindaco Achille Ginnetti con la civica “Progetto Osimo”, David Monticelli per il Movimento Cinque stelle e Alberto Maria Alessandrini della Lega.
Qualora vincesse Pugnaloni, il Pd avrebbe nove scranni, tre a “Energia nuova” e uno a testa per “Popolari uniti per Osimo”, “Ecologia e futuro” e “Osiamo”. All’opposizione Latini con due posti ciascuno per “Patto sociale” e “Su la testa” e uno ciascuno per “Uniti per Latini” e “Noi azzurri” (esclusi “Green” e “Osimo civica”). Tre, proprio come sopra, andrebbero a Ginnetti, Monticelli e Alessandrini. Non hanno accesso in Sala gialla in entrambi i casi “Difendi Osimo” e “Territorio comunità”. Gli scenari potrebbero cambiare se Ginnetti dicesse sì all’apparentamento con Pugnaloni portando a casa quattro seggi ceduti dal Pd per assicurarsi l’appoggio al ballottaggio.
I due sfidanti adesso devono concentrarsi sul messaggio da trasmettere agli elettori per convincerli a votarli e anche a tornare alle urne e poi devono pensare ad eventuali alleanze.
Latini afferma: «Punteremo sul rilancio della città, a partire dall’ospedale vero e non dall’Inrca, dal creare un’azienda di luce e gas al posto di quella svenduta nel gennaio 2016, dal dare case popolari anche agli italiani. La tassa rifiuti sarà diminuita del 17 per cento invece che spendere i 22 milioni di euro di mutuo per l’impianto rifiuti di Ostra (per ora). Accordi di facciata non li fa nessuno. Diciamo di crederci. Rovescio la risposta: il rispetto degli altri candidati esclusi è il nostro metro di servizio. Ginnetti e Alessandrini hanno fatto parte integrante delle Liste civiche, il metodo di lavoro è lo stesso e così buona parte degli obbiettivi. Monticelli è alfiere di un progetto di città che guardiamo con attenzione, parte del suo programma è molto interessante e andrà attuato. Noi concretamente cerchiamo il rapporto e il dialogo sui programmi».
Pugnaloni dice: «Il programma dovrà rappresentare un vero patto con gli osimani. In queste due settimane è necessario rispondere con idee chiare anche agli elettori degli altri cinque candidati fuori dal ballottaggio. Il sindaco eletto è il giorno dopo il sindaco di tutti. Per quanto riguarda eventuali apparentamenti, posso dire solo che il patto è con gli osimani sul progetto di città, sulla Osimo del prossimo futuro. Nessuna delle altre liste vuole apparentarsi, la sfida è studiare i loro programmi per condividere i punti che possono essere condivisi».