Osimo, fusione dell’ospedale con l’Inrca: vertici sanitari e amministratori pubblici fanno il punto
«Tutto questo è frutto di una programmazione regionale. In arrivo in un futuro prossimo la Cardiologia a supporto del pronto soccorso», dice Gianni Genga direttore generale dell'Inrca
OSIMO – C’erano rappresentanti dell’Inrca, dell’ospedale “Ss. Benvenuto e Rocco” e dell’amministrazione comunale stamattina, 28 marzo, in Comune a Osimo per fare il punto a tre mesi esatti dalla fusione per incorporazione dei due enti.
Il direttore generale dell’Inrca Gianni Genga ha preso la parola: «Tutto questo è frutto di una programmazione regionale. Primo nostro obiettivo è stato mantenere le attività presenti al 31 dicembre scorso e i numeri ce lo testimoniano. Sono stati attivati pure nuovi servizi: gli ambulatori di Cardiologia, Nefrologia, Neurologia per l’Alzheimer, che considerate le numerose utenze tenderemo ad ampliare, e il Piede diabetico. Sono stati potenziati l’Urologia e la Diabetologia e dal 3 maggio arriverà la Dermatologia con il dottor Morresi. In arrivo in un futuro prossimo la Cardiologia a supporto del pronto soccorso. È stato avviato poi un progetto di informatizzazione globale delle infrastrutture e delle cartelle cliniche che coinvolge anche Osimo e che dovrebbe essere completato per ottobre. Da sopperire la mancanza di un chirurgo trasferito a Fermo».
Sono stati attivati anche i servizi di Analgesia e Medicina del dolore (acuti e cronici), telecardiologia (piattaforma digitale per invio e refertazione degli esami) e il sistema telematico ris per la refertazione h24 degli esami radiologici. Ferve anche il lavoro con l’Università a Torrette per attivare l’Ortogeriatria, l’ortopedia dedicata ai traumi.
Passi avanti per quanto riguarda i lavori al pronto soccorso: «Sul fronte investimenti la Regione ci ha autorizzato da poco otto milioni di euro. A Osimo completeremo la terza corsia per 18 posti letto in più da adibire ai pazienti in osservazione breve del Pronto soccorso e a quelli delle Chirurgia, operativa entro l’estate. Per l’ascensore faremo un bando per anticiparlo, 40mila euro il costo. Poi ci sarà la seconda tranche che prevede l’investimento di 900mila euro per il completamento dei lavori al punto di primo intervento, da discutere con la Regione», ha continuato Genga.
Per quanto riguarda il personale, il dialogo con l’Asur sussiste ancora: «Impossibile andare avanti senza integrazione ma piano piano avremo più autonomia. Il 118 proseguirà in condivisione con l’Asur perché la norma nazionale prevede che il sistema emergenza sia ben integrato con i pronto soccorsi presenti sul territorio. Il personale consta di 225 unità, effettive 200 circa: nessuno ha perso il posto di lavoro e solo 30 hanno chiesto la mobilità in Asur, 19 dei quali infermieri (sei dei blocco operativo cui abbiamo chiesto il sacrificio di restare ma già il 16 aprile torneranno). Gli stipendi non sono mancati a nessuno durante il passaggio, solo a un medico per un disguido tecnico. Sono stati trovati due medici in più da 118 per il pronto soccorso, obiettivo è averne due di notte perché spesso ce n’è solo uno che segue anche i reparti. Uscirà anche un bando per due medici per la Pneumologia e uno per il primario di Diabetologia. Dal primo maggio l’Inrca subentrerà sui contratti per il biomedicale».
Sul fronte del patrimonio, che con il passaggio è confluito all’Inrca, c’è il nodo dell’ex sanatorio “Muzio Gallo” in rovina con il suo parco e scenario di piccoli furti all’arredo, che pare l’Asur voglia riprendere: il sindaco avanzerà presto la proposta di far sedere tutti gli attori a un tavolo e discutere sulla sua rivalutazione per un progetto dedicato agli anziani, viste le liste d’attesa nelle case di riposo cittadine. Si parla comunque di un lavoro da 15 milioni di euro.
Inevitabile il riferimento allo stato dei lavori del nuovo Inrca all’Aspio di Camerano: «Il cantiere è ripartito, hanno sistemato la parte relativa all’antisismica e quella posteriore non a norma a livello di sicurezza – ha chiuso il direttore -. È una fase non celere, siamo con il fiato sul collo alla ditta. Nel momento in cui vedremo le gru, i tempi di realizzazione sono di due anni».
Il sindaco Simone Pugnaloni: «Se l’ospedale di Osimo fosse rimasto nell’Area Vasta avrebbe dovuto combattere con altri ospedali più importanti. Adesso l’interlocutore è l’Inrca e può mantenere l’autonomia funzionale con la fusione per incorporazione. È un nuovo datore di lavoro ma tutto rimane come prima. Il primo gennaio ho offerto simbolicamente la colazione ai dipendenti per dire che l’ospedale c’è. La sanità locale è viva e vegeta, non soffre. Il nosocomio osimano, come promesso, continuerà a esercitare il suo ruolo di ospedale di rete almeno fino alla realizzazione dell’Inrca all’Aspio. Se le critiche da parte dell’opposizione sono forti significa che abbiamo fatto bene. Ho sempre detto, l’unica battaglia persa è stata quella della chiusura di Ostetricia all’inizio del mio mandato».
L’assessore alla Sanità Daniele Bernardini: «Questa procedura sanitaria è la più grossa della Regione. Noi ci abbiamo creduto fin dall’inizio alla fusione. Certo, ci sono state difficoltà ma era l’unico modo per salvare il nostro ospedale che altrimenti sarebbe stato fagocitato da quello di Jesi».
Presenti anche i dottori Enzo Frati, primario del Pronto soccorso, Salvatore Iuorio, primario di Anestesia, Marco Silvestrelli, responsabile facente funzione di Gastroenterologia, e il direttore sanitario Serenella David.
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