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Osimo, il giudice di pace non tornerà in città

Venerdì 29 settembre è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale dello Stato l'annuncio dell'esclusione di Osimo dai Comuni in cui era previsto il ritorno dell'ufficio del giudice di pace

Un'udienza nella sede del San Carlo di Osimo

OSIMO – Venerdì 29 settembre è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale dello Stato l’annuncio dell’esclusione di Osimo dai Comuni in cui era previsto il ritorno dell’ufficio del giudice di pace, soppresso nell’aprile 2014 per la riforma degli uffici giudiziari voluta dal governo centrale due anni prima. Una sorpresa per la città, la cui amministrazione parlava di farlo tornare in una sede nuova, negli ex locali di Campanelli in piazza Marconi in centro. Il 28 luglio scorso era stata approvata all’unanimità la proposta di ordine del giorno delle Liste civiche in Consiglio comunale per impegnare l’amministrazione a riaprire l’ufficio entro il 30 settembre. Alcuni Comuni in Italia si sono visti cancellare subito il ripristino, ben tre, Lungro, Nicotera e Ortona, mentre Osimo ha resistito, come San Sosti, tanto che i primi di agosto il Ministero della Giustizia aveva comunicato solo la proroga della data di riapertura. Oggi invece la drastica decisione.

«Sabato 30 in Consiglio comunale il sindaco Simone Pugnaloni ci aveva detto che era tutto a posto e che stavano definendo la locazione dell’immobile – commenta il consigliere delle Liste civiche, l’avvocato Dino Latini -. L’esclusione è dovuta al fatto che Osimo in due anni non è stata in grado di indicare un immobile dove riportare il giudice di pace, il cui ritorno, come trionfalmente avevano annunciato nell’ottobre 2014, sarebbe avvenuto di lì a poco. A nulla è valsa l’onesta decisione dell’amministrazione Simoncini che, nel 2013, aveva detto di non poter mantenere la sede del giudice di pace perché costava troppo e nessun altro Comune interessato aveva contribuito alle spese, preferendo quindi impegnare i 259mila euro richiesti per gli osimani che avevamo bisogno di assistenza. Gli attuali amministratori hanno fatto perdere prima la sede dell’Inps poi buona parte dell’ospedale e adesso non stati capaci nemmeno di trovare un immobile sfitto in questi tempi in cui di locali vuoti ce ne sono in abbondanza. Cosa ci porteranno via dopo questo?».