OSIMO – Nei sotterranei di palazzo Campana una rete di percorsi scavati nell’arenaria. Questo mondo nascosto ora viene riportato alla “luce” e fatto conoscere grazie alla sinergia tra l’Istituto Campana e la Politecnica delle Marche. Arte e tecnologia insieme.
Stamattina, 9 aprile, nel corso del convegno “Le Grotte Campana tra tutela e valorizzazione”, nell’aula magna della sede dell’istuto, sono stati illustrati i risultati degli studi, realizzati dalla Politecnica, che aprono uno spiraglio sulla riapertura al pubblico dei percorsi sotterranei al momento non visitabili. Presentato per la prima volta anche il tour virtuale in 3D per conoscere da vicino le bellezze del complesso ipogeo.
Cosa si nasconde nei sotterranei di Palazzo Campana
Le gallerie sono decorate a bassorilievo sull’arenaria, ispirate al trattato “Iconologia” di Cesare Ripa, una sorta di enciclopedia di personificazioni edita nel 1593 a Roma. Nella prima galleria ci sono personificazioni dell’Agrifa, della Corsica, del Castigo e dell’Ingegno, mentre nella seconda, che conduce a una sala rotonda caratterizzata da quattro stemmi di famiglie aristocratiche osimane, episodi mitologici. L’iconografia potrebbe rappresentare un percorso di miglioramento dell’animo umano.
Il contributo dell’Università Politecnica delle Marche
Lo studio e il monitoraggio delle condizioni ambientali e di natura termoigrometrica è stato affidato a un’équipe guidata dal professor Marco D’Orazio del dipartimento di Ingegneria civile, edile e dell’architettura dell’Università Politecnica delle Marche per comprendere l’impatto della potenziale libera fruizione sulla tutela delle figure scolpite. Un secondo programma di ricerca è stato condotto dal team DiStoRi heritage del professor Paolo Clini (dipartimento di Ingegneria civile, edile e architettura dell’Univpm) per l’acquisizione della documentazione digitale necessaria per lasciare una traccia indelebile nella memoria futura del complesso decorativo.
«Il percorso è stato compromesso da un inesorabile processo di degrado: le grotte al momento non sono visitabili anche per evitare il peggioramento degli altorilievi che si sono sgretolati per attacco di agenti biologici, batteri, e per le condizioni dell’ambiente interno – ha detto il professor D’Orazio -. La presenza di batteri combinata alle escursioni termiche nell’ambiente infatti può provocare un’accelerazione della polverizzazione, così come la presenza di visitatori. Le grotte potrebbero tornare fruibili soltanto combinando l’utilizzo di prodotti per il consolidamento delle superfici con modalità di controllo degli accessi al loro interno. Il processo di degrado però a oggi non è arrestabile».
Il tour virtuale
Nel convegno, presentato per la prima volta il tour virtuale per conoscere da vicino le bellezze del complesso ipogeo. «Una modalità di fruizione alternativa, senza compromettere l’emozione di vivere le grotte di persona – ha aggiunto il professor Clini -. Indossando un occhiale speciale, si potrà camminare virtualmente dentro le grotte. In tal modo si potrà fruire del complesso ipogeo. L’integrazione di dati di rilievo ottenuti dalle scansioni laser ha permesso di ottenere un modello 3d ad altissima risoluzione delle grotte che offre la possibilità di “visitarle” a 360 gradi. Siamo riusciti a realizzarlo nonostante le difficoltà trovate, dalla ristrettezza degli spazi alla poca illuminazione».
Tra i presenti, anche il presidente del Campana Matteo Biscarini, Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, il vicesindaco e assessore alla Cultura Mauro Pellegrini, Alessandra Pacheco della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio delle Marche e Manuela Francesca Panini del cda dell’istituto.