OSIMO – Da lunedì si riprende a pieno regime alla Marvit. Dopo l’incendio che ha bruciato una buona parte del tetto, lunedì scorso (18 febbraio), la torneria di Osimo Stazione può riprendere la produzione nel capannone danneggiato dalle fiamme. Un miracolo a tempo di record reso possibile dalla grande caparbietà del titolare Ezio Marchetti, fondatore dell’azienda e presidente del consiglio di amministrazione, che con grande forza e semplicità si è rimboccato le maniche insieme ai suoi operai per far ripartire il prima possibile la produzione della ditta specializzata in minuterie metalliche di precisione.
Marchetti ha la “pelle dura”, aveva infatti traghettato la sua azienda dopo il caos dell’alluvione che aveva colpito Osimo Stazione nel 2006: lo stabilimento era stato invaso prima da un metro e mezzo di acqua e poi da ottanta centimetri di fango che avevano causato 6milioni di euro di danno. Ma l’azienda, nonostante le ingenti difficoltà era ripartita, forte come prima.
L’incendio che si è sviluppato sul tetto lunedì, dove alcuni operai di un’azienda stavano eseguendo lavori di impermeabilizzazione, ha bruciato la guaina di copertura, i pannelli fotovoltaici e l’impianto elettrico interno allo stabilimento, provocando danni per circa 2-3milioni di euro e rischiando di bloccare produzione ed esportazioni che rappresentano più del 60% del lavoro.
La Marvit, impresa tra le più solide della zona, lavora per aziende importanti quali Indesit, Automotive, Miele, Electrolux e Candy.
«Fortunatamente avevamo delle scorte di merce in magazzino e questo ci ha consentito di rispettare le consegne ai clienti», spiega Ezio Marchetti. «Sul momento ce la siamo vista brutta, ma nel male è andata bene».
Una squadra di 25 persone sta lavorando sodo per ripristinare la normalità e già da mercoledì, appena due giorni dopo l’incendio, il 50% dello stabilimento era stato riaperto.
Ieri un’altro 30% del capannone è tornato operativo e da lunedì prossimo, assicura il titolare, la struttura riprenderà la sua piena attività. Alcuni operai stanno controllando i macchinari impiegati nella produzione, per verificarne la piena funzionalità, e sembra che non ci siano stati altri danni. Un ritorno alla normalità che è stato reso possibile anche grazie alla solidarietà di alcune aziende della zona, come la Bravi, che spiega Marchetti «nonostante fosse impegnata in altri lavori non ha esitato a correre in nostro aiuto per ripristinare la copertura del tetto».