OSIMO – Il museo diocesano di Osimo, in questa situazione così difficile dettata dalla pandemia, ha deciso di utilizzare le sue sale vuote come spazio di incontro virtuale per la comunità. «Ci siamo chiesti cos’è che ci unisce e la risposta che ci è giunta spontanea è stato il dialetto. Così sono stati coinvolti nell’iniziativa alcuni abitanti, osimani doc e osimani d’adozione, che sono giunti qui per lavoro o per amore e poi non se ne sono più andati – spiegano dal Museo -. L’Avvento osimano (così l’abbiamo voluto chiamare) è un percorso attraverso le nostre tradizioni, grazie alla lettura dei brani dialettali di Elmo Cappannari, Umberto Graciotti, el Fiu de Pietru e don Carlo Grillantini, e attraverso le opere conservate nel museo, di cui saranno svelate alcune curiosità».
Si è cominciato con Marco Frontalini che ha letto “La fondazio’ d’Osimo” dell’ingegner Benedetto Barbalarga: «Un grazie di cuore a Bruno Severini per le riprese. L’epigrafe che appare nel video reca una dedica all’imperatore Traiano ed era murata sulla parete esterna nord della chiesa di Santa Lucia, abbattuta nel 1906 con la canonica». Poi Fulvio Cingol ha letto “Ricordo d’infanzia” di Elmo Cappannari: «Nel video la lamina argentea di San Leopardo (fine ottavo secolo-inizi del nono), conservata dentro una teca che funge anche da reliquiario. Nella parte superiore al centro si trovano proprio due reliquie del santo, nello specifico due denti».