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Osimo, partito il restauro della pala del Vivarini

Il polittico “Incoronazione della Vergine e Santi” che risale alla seconda metà del 1400 ha ricevuto il primo incarico di restauro dopo 70 anni. A dare la notizia il sindaco Simone Pugnaloni, in una conferenza stampa, proprio nella Sala Vivarini, in Comune, dove è presente la riproduzione della pala

Da sinistra il vicesindaco Mauro Pellegrini, la restauratrice Maria Laura Passarini e il sindaco Simone Pugnaloni
Da sinistra il vicesindaco Mauro Pellegrini, la restauratrice Maria Laura Passarini e il sindaco Simone Pugnaloni

OSIMO – È partito stamattina, 18 marzo, a Osimo il primo intervento di restauro del polittico “Incoronazione della Vergine e Santi” dei fratelli Antonio e Bartolomeo Vivarini di Murano, realizzato nel 1464 su commissione dell’Ordine dei Minori Osservanti di Osimo, e conservato al museo civico. L’opera ha ricevuto il primo incarico di restauro dopo 70 anni grazie in parte ai soldi dell’art bonus, 15mila e 500 euro (32mila euro invece sono a carico del Comune nel prossimo bilancio che sarà approvato a fine marzo). Nato per l’altare maggiore del convento dell’Annunziata Vecchia, il polittico fu trasferito prima nella chiesa dell’Annunziata Nuova, poi nella sala Giunta del palazzo municipale e nel 2000 nel museo civico appunto. È un omaggio all’ordine francescano in stile gotico veneziano: ai lati dell’incoronazione sono raffigurati San Francesco, San Pietro e Sant’Antonio da Padova con diversi profeti. Un’opera che oggi vale milioni di euro.

Stamattina in conferenza stampa proprio nella Sala Vivarini in Comune dove è presente la riproduzione della pala, il sindaco Simone Pugnaloni ha detto: «Quando il privato decide di dare una mano significa che c’è grande vicinanza con il pubblico. Dopo così tanti anni finalmente possiamo dare il via al restauro. La cultura è volano dell’economia, lo sappiamo bene, a Osimo infatti le presenze sono triplicate».

Il vicesindaco e assessore alla Cultura Mauro Pellegrini ha aggiunto: «Questo pezzo è un tesoro della città assieme alla testa romana, entrambe al museo civico. I tempi per il restauro saranno lunghi, forse per la fine dell’anno lo vedremo finito. Nel contempo, siccome il museo civico è inagibile dal sisma del 2016, abbiamo avuto un confronto con la Diocesi chiedendo di ospitare l’opera al museo Diocesano. La richiesta alla Soprintendenza è stata inoltrata venerdì scorso e se dovesse arrivare il nulla osta sarà bello vedere l’opera lì con la restauratrice al lavoro. Potremo aumentare l’orario di apertura in un’ottica di potenziamento del museo stesso in attesa che l’istituto Campana dia l’ok per i lavori nell’altro museo».

Il restauro è stato affidato alla restauratrice Maria Laura Passarini, già al lavoro sulle opere danneggiate dal sisma arrivate nei mesi scorsi a palazzo Campana e sul polittico al museo Diocesano: «Nel 1950 un restauro integrativo ha ricostruito la zona centrale. Oggi una prima analisi ha rilevato che l’opera presenta insetti xilofagi (tarli) e quindi occorre una disinfestazione con sistema anossico. Sono presenti poi un microsollevamento del colore e distacchi della doratura nella parte lignea. Il lavoro sarà effettuato nel laboratorio interno al museo, si partirà appunto con la disinfestazione e il rifacimento delle parti, che potrebbe durare un mese, poi si procederà con la fase estetico-conservativa, la pulitura insomma, e infine con la stuccatura». Con la dottoressa ci sarà la professoressa Caterina Paparello dell’Università di Macerata.