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Osimo, retrocesse ad uso agricolo 96 aree: il plauso della Coldiretti

Circa cento famiglie osimane, riunite nel comitato “No prg 2005”, schiacciate da tasse esorbitanti, tempo fa avevano scritto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere di intervenire

OSIMO – Il Comune di Osimo ha retrocesso 96 aree da edificabili ad agricole. «Per anni decine di famiglie hanno pagato Imu e Tasi pesanti come se i terreni fossero edificabili anche se non ci potevano costruire perché il Prg era sotto processo al tar. Con noi, adesso che le aree tornano agricole, l’Imu-Tasi da pagare si riduce più del doppio», ha spiegato il sindaco Simone Pugnaloni. Le circa cento famiglie osimane, riunite nel comitato “No prg 2005”, schiacciate da tasse esorbitanti, tempo fa avevano scritto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere di intervenire. Poi il primo cittadino ha specificato: «Meno tasse per le famiglie osimane significa meno risorse per il Comune. Per il municipio infatti aver retrocesso aree da edificabili ad agricole significa essersi privato di 150mila euro a disposizione del bilancio comunale. E’ una scelta consapevole in favore degli osimani».

«Bene la decisione del Comune di Osimo di riportare ad agricole 96 aree del territorio comunale che, in precedenza, erano state dichiarate edificabili», commenta Coldiretti Ancona alla luce anche del triste primato della Provincia che, secondo gli ultimi dati Ispra, è quella che più soffre l’urbanizzazione rispetto alle altre province marchigiane. Il 9,2 per cento del suolo, pari a 18mila ettari, è occupato da edifici con un aumento, tra il 2016 e il 2017, di 44 ettari di suolo occupato. «Accogliamo con piacere la decisione dell’amministrazione del Comune di Osimo – commenta la presidente Maria Letizia Gardoni -. Da tempo abbiamo posto un’attenzione concreta sul tema della eccessiva cementificazione, soprattutto nella Provincia che, sulla base dei dati Ispra, è la più responsabile della sottrazione di terreni agricoli destinati alla edificabilità. C’è il bisogno urgente di rivedere l’intero sistema dei piani regolatori provinciali e regionali affinché i terreni possano continuare a produrre cibo con la conseguente crescita economica e tenuta idrogeologica che solo un’attività agricola può preservare. Terreni che possono rappresentare una prospettiva di lavoro per tanti giovani desiderosi di avviare un’attività agricola».