OSIMO – Dopo il successo della scorsa edizione, quando Osimo aveva richiamato alcuni tra i maggiori rappresentanti dell’astrofisica italiana, la città si appresta a visitare di nuovo cosmo e pianeti. La Settimana mondiale dello Spazio vede nuovamente Osimo tra i maggiori protagonisti a livello nazionale: la kermesse infatti, promossa dal Comune in collaborazione con la Regione Marche nell’ambito del progetto multidisciplinare OsimoLab, è realizzata in adesione alla World space week indetta dall’Onu e vuole celebrare il contributo offerto dalla scienza e dalla tecnologia al miglioramento della condizione umana. Lo spessore internazionale della Settimana prevista ad Osimo dal 4 al 7 ottobre è evidenziato dal collegamento, previsto il 6 ottobre (a partire dalle 10), con il Premio Nobel per la fisica 2019, il professor Didier Queloz, grazie alla collaborazione di Francesca Faedi. Osimo, con la seconda edizione della Settimana mondiale dello spazio, gemellata con il Festival dello sviluppo sostenibile di ASviS e l’unica, tra quelle registrate a livello nazionale in ambito Wsw, patrocinata da Esa (Agenzia spaziale europea), Asi (Agenzia spaziale italiana), Inaf (Istituto nazionale astrofisica), Infn (Istituto nazionale fisica nucleare), Gssi (Gran Sasso science institute), Fondazione Occhialini, Unesco Urbino Montefeltro e svolta sotto l’Alto patrocinio del Parlamento europeo, torna ad aprire quindi un nuovo significativo sipario sul mondo della scienza, dando seguito al prestigioso percorso inaugurato nel 2019 con Umberto Guidoni, primo astronauta europeo ad aver visitato la Stazione spaziale internazionale.
Il sindaco Simone Pugnaloni spiega: «La scienza può essere, al di là del proprio indiscutibile valore, anche un’opportunità di valorizzazione del nostro territorio. Infatti sono numerose le imprese che lavorano, anche indirettamente, nel settore aerospaziale. Insomma il tentativo che parte da Osimo è quello di valorizzare a 360 gradi le potenzialità marchigiane e individuare le opportunità di riconversione del nostro sistema produttivo». «All’edizione 2019 sono seguiti laboratori didattici nelle scuole sul contributo trasversale della scienza nel raggiungimento dei 17 Obiettivi Onu di Sviluppo sostenibile utilizzando un kit di cubi donati ai locali istituti scolastici in occasione della Giornata mondiale della Scienza per la pace e lo sviluppo (10 novembre 2019)», spiega Frida Paolella, consigliere comunale delegato OsimoLab e politiche europee. Un passaggio determinante, spiega sempre Paolella, quello dei laboratori con gli alunni delle scuole, che ha visto l’esperienza di Osimo essere menzionata sul sito stesso dell’Onu non solo per portare più direttamente la scienza in classe, ma anche perché proprio da questo, grazie alla collaborazione dell’astrofisica Francesca Faedi, è nato il percorso che ha consentito all’istituto tecnico “Laeng-Meucci” di Osimo di realizzare a Cambridge una video intervista al professor Didier Queloz, che proprio il 6 ottobre 1995 annunciò a Firenze il risultato dei propri studi sul primo esopianeta e che 24 anni dopo gli valsero il Nobel.
L’iniziativa, dicono gli organizzatori, è stata ideata a livello comunale per riflettere sulla scienza come traino trasversale allo sviluppo del territorio, in linea con gli Obiettivi Onu di Agenda 2030, in particolare in una regione manifatturiera e della micro impresa come le Marche (storicamente culla dell’umanesimo matematico) per la quale la scienza, e il settore spaziale in particolare, possono rappresentare un’occasione di riconversione del sistema produttivo e il binomio donne-Stem un riferimento necessario. Per proseguire nelle contaminazioni tra manifattura, cultura, scienza, innovazione ed il mondo industriale, accademico e della società serve un luogo: OsimoLab.
L’inaugurazione della Settimana è quindi prevista oggi, domenica 4 ottobre alle 17 al teatro la Nuova Fenice con il convegno dal titolo “Cultura scientifica per un nuovo rinascimento”, tra gli ospiti, Marica Branchesi scienziata urbinate di fama mondiale, presidente Unesco Urbino Montefeltro e del Consiglio Scientifico Inaf, quindi i convegni online che possono essere seguiti gratuitamente nel sito web www.comune.osimo.it. Lunedì 5 ottobre “Spazio manifattura 4.0 e Pmi” moderato dall’astrofisica Francesca Faedi, marchigiana e nominata Cavaliere ordinario al Merito della Repubblica italiana. In collegamento tra gli altri i Rettori Gian Luca Gregori (UnivPM), Giorgio Calcagnini (UniUrb), Eugenio Coccia, Rettore Gran Sasso Science Institute, Tommaso Ghidini, Agenzia Spaziale Europea, Ettore Perozzi, Agenzia Spaziale Italiana, Annamaria Nassisi (Thales Alenia space), Antonio Moccia (Miur, settore spazio), e aziende marchigiane tra le quali (Loccioni, Civitanavi Systems, Biesse Group, Hp Composites, Enedo Spa). Martedì 6 ottobre, l’evento con il Premio Nobel Didier Queloz, ma saranno in collegamento per le scuole anche Enrico Giovannini, Portavoce Alleanza Italia Sviluppo Sostenibile, Giorgio Saccoccia, Presidente Agenzia Spaziale Italiana, Antonio Zoccoli, Presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Filippo Zerbi, Direttore Scientifico Istituto Nazionale Astrofisica, Claudio Pettinari Rettore UniCam. Chiusura il 7 ottobre, seguendo una delle direttrici principali della kermesse, il convegno “Donne e Scienza, il cambiamento Necessario”, in collegamento, tra i numerosi ospiti, On. Patrizia Toia (Vice Presidente Commissione Industria e Ricerca del Parlamento Europeo), Ersilia Vaudo (Agenzia spaziale Europea chief diversity officier) e scienziate di fama internazionale come Marica Branchesi ed Anna Grassellino Ingegnere FermiLab (Illinois) accompagnate dall’esperienza dalla matematica Verdiana del Rosso, introdotta da Andrea Andreucci di Visionar Srl. Una esperienza significativa quest’ultima nella combinazione Stem/femminile/territorio per una messa a terra significativa di quanto discusso durante tutta la rassegna e candidata al premio “con.Scienze 2020”. Da Osimo infine su proposta della consigliera Paolella con questa edizione il lancio del premio “Antioco Bentivogli”, che da Osimo a inizi Seicento scrisse a Galileo Galilei su macchie solari e cannocchiale.