OSIMO – È tornato l’appuntamento con “Rivivi 700“, la rievocazione storica osimana che fa riporta in città lo spirito del Secolo dei Lumi. Le vie del centro si animano di figuranti tra cortei in costume con l’arrivo in Duomo, dimostrazioni delle antiche arti, locande e taverne con ricettari dell’epoca.
La kermesse, giunta alla sua quarta edizione, quest’anno si è aperta per la prima volta di venerdì con l’anteprima del Palio della bandiera, una riproposizione della sfida che si consumò ogni anno, dal Medioevo fino all’età napoleonica, tra i terzieri in cui era suddiviso il territorio osimano: Episcopio, Piana del Mercato, San Gregorio al quale abbiamo aggiunto il Cavaticcio (zona San Marco).
«Il Palio è stata la principale novità di questa edizione – spiega Niccolò Duranti, tra i promotori e organizzatori dell’evento – ed è stato organizzato anche con lo scopo di coinvolgere maggiormente i vari quartieri del centro. Un’altra importante novità è stata la produzione realizzata appositamente per l’occasione dal Cenacolo dei Farfalloni, che è “Il malato immaginario” di Molière, alla quale ieri sera hanno assistito circa 400 persone. Oggi (sabato 25, ndr) ci sarà il clou dell’evento con dimostrazioni storiche di antichi mestieri e il corteo con i costumi dell’epoca».
Come è nata l’idea di organizzare “Rivivi 700”?
«Siamo partiti nel 2014 quando con il coinvolgimento del regista di feste medievali Giovanni Nardoni abbiamo deciso che era giusto riprendere un progetto presentato nel 2001 per istituire una rievocazione storica a Osimo. All’inizio si pensava di scegliere come periodo storico il Medioevo, poi insieme agli amici e colleghi Carlo Catena, Elena Ciccarelli e Daniele Gabrielli abbiamo fondato un Comitato partendo però dalle peculiarità della città di Osimo. Volevamo fare qualcosa di diverso. Studiando i fatti storici della città e la sua architettura abbiamo visto che la collocazione giusta poteva essere il 700, che nelle Marche viene rievocato solo a Mogliano».
Una manifestazione che è molto più di una semplice rievocazione…
«Esatto, non vogliamo realizzare solo una festa, il nostro progetto è molto più ampio e prevede la valorizzazione del centro storico osimano attraverso una sorta di brand turistico-culturale, che può rientrare in un contesto più ampio delle Marche barocche-rococò del ‘700, c con questo fare luce su tutta l’arte dell’epoca che si può riscontrare in diverse città marchigiane e in particolare nella nostra Osimo. Spesso non c’è piena coscienza e conoscenza di questo periodo storico così importante. Uno dei nostri principali intenti è proprio quello di diffondere questa sensibilità. Osimo è molto barocca nel centro, soprattutto nelle sue chiese principali come San Francesco, ma anche i tanti palazzi soprattutto quelli che si affacciano su Piazza Dante, in particolare Palazzo Campana ampliato dall’architetto Vici, Palazzo Gallo il Palazzo delle Maestranze locali».
Quante persone vengono coinvolte nella realizzazione dell’evento?
«Il Comitato organizzatore è composto da otto persone. Molto attivo poi è il gruppo dei popolani e delle popolane composto da una trentina di elementi. Oltre a tantissimi figuranti, circa 70, quest’anno ci saranno anche 10 elementi della banda cittadina che apriranno il corteo guidati da Marco Guarnieri. L’impegno è tantissimo, anche per realizzare i costumi dell’epoca, i primi 4 abiti – tra cui quello del vescovo e il vestito del cavaliere Guarnieri – erano i più particolari e sono stati realizzati dagli studenti dell’istituto Isis di moda di Osimo. Molti vengono presi a noleggio, altri – i più semplici come quelli dei popolani – li abbiamo realizzati noi personalmente».