OSIMO – È un momento speciale nella carriera di Tsaralashvili Nino – per tutti ormai semplicemente Nina -, giovane cantante lirica di origine georgiane ma osimana di adozione. Cresciuta a Tbilisi, è arrivata a Osimo otto anni fa per amore della musica e del canto. Ma nella città dei “senza testa” ha trovato anche l’amore della vita, Andrea, con cui si è sposata nel 2013. E Osimo è diventata ormai la sua casa. Sei mesi fa, all’ultimo momento, ha deciso di iscriversi ad un concorso musicale europeo, il Tour Music Fest, dopo aver preso una piccola pausa dalla musica per dedicarsi alla famiglia. Ora si ritrova in finale a Roma con il sogno di salire sul palco della Finalissima Europea e strappare un contratto per far conoscere la sua voce al grande pubblico.
«Sono molto felice – ci dice Nina – e spero di ottenere un buon risultato anche per le tante persone che credono in me. Mi ero un attimo fermata dopo la nascita del mio secondo bambino. Poi è uscito questo concorso e mi sono detta “perché no?”».
Come nasce la tua passione per la musica e per il canto?
«Credo che sia un po’ nel mio Dna e poi la mia famiglia ha contribuito molto, soprattutto mio padre che è un chitarrista. Mi hanno raccontato che già a 11 mesi riuscivo a seguire la sue melodie quando cambiava la tonalità. Lì hanno capito che probabilmente ero portata e infatti a 3 anni ho fatto il mio debutto con il mio primo spettacolo in teatro. Da quel momento in poi mi hanno dato il soprannome di “radio” perché non smettevo mai di parlare e di cantare».
Raccontaci di come sei arrivata ad Osimo…
«Sono arrivata dopo aver completato gli studi di Conservatorio nel mio Paese. Ero già stata in Italia una volta, a Milano, per un’audizione al Teatro La Scala con l’allora direttore dell’Accademia d’Arti e Mestieri Luca Targetti. Poi sono rientrata in Georgia ma avevo deciso che sarei tornata prima o poi. L’occasione si è presentata quando mi hanno parlato dell’Accademia d’Arte Lirica di Osimo. E’ una scuola prestigiosa e molto conosciuta all’estero, forse gli stessi osimani non ne sono del tutto consapevoli. Qui mi sono laureata nel 2014, dopo quattro anni di studi, e poi ho messo anche radici. Mi sono sposata e ora ho due splendidi bambini, una figlia di 13 anni, Anastasia, e un maschietto di 4 anni, Franco. Osimo ormai è la mia casa».
Com’è stato l’impatto con questa nuova realtà?
«All’inizio è stato scioccante perché Tbilisi è una città con un milione di abitanti, molto vivace, piena di vita, con negozi e locali aperti a qualsiasi ora anche di notte. Puoi immaginare la differenza con una cittadina più tranquilla come Osimo. Tra l’altro sono arrivata qui nel periodo delle festività di Pasqua e ricordo che la mia prima uscita di sera è stata nel giorno della processione del Venerdì Santo. Ho trovato la città completamente al buio, non conoscevo una parola di italiano e non capivo cosa stava succedendo. Insomma, l’impatto è stato un po’ traumatico, poi pian piano mi sono ambientata e anche se in Georgia vivono i miei genitori e a volte ho un po’ nostalgia del mio Paese, oggi posso dire che mi sento anche italiana e non potrei più lasciare Osimo».
C’è un’artista in particolare a cui ti ispiri?
«Assolutamente sì. È la soprano Mariella Devia, la seguo sin da quando ero in Georgia e lei a 71 anni ancora canta in maniera meravigliosa. Uno dei miei sogni nel cassetto è di poter fare una master class con lei. Spero prima o poi di realizzarlo».
Oltre alla lirica segui anche altri generi musicali?
«Mi piace spaziare molto. A settembre ho partecipato a Roma a un Festival con l’Orchestra Filarmonica di Castelfidardo, dove ho cantato brani di Ennio Morricone e dei Queen. Mi sono divertita da morire ed è un’esperienza che mi piacerebbe ripetere. Diciamo che posso cantare tutto, dal folk al pop, tranne il rap forse».
Quali sono i tuoi prossimi progetti musicali?
«Ora sono molto concentrata su questo concorso e spero di raggiungere un bel risultato. In futuro però mi piacerebbe tornare a incidere dei brani come ho già fatto lo scorso anno con l’uscita a dicembre del singolo Merry Christmas, cover della canzone “I’ll be home for Christmas” scritta da Buck Ram, Kim Gannon e Walter Kenn, che ho voluto dedicare alle popolazioni terremotate del Centro Italia. E’ stato anche un modo per rendere omaggio a questa terra che mi ha accolto con amore e mi ha fatto sentire veramente a casa, quella casa che spero possano presto ritrovare tutti coloro che l’hanno persa durante il sisma».