OSIMO – «Le prestazioni dell’ospedale “Ss. Benvenuto e Rocco” di Osimo oggi sono la metà di quelle eseguite nel 2015. Senza polemica, perché l’epidemia in atto ci porta tutti a stare uniti per prevenirla e combatterla, ma i dati emanati dall’Inrca sulle prestazioni ospedaliere 2019 devono essere letti rispetto a quelli di un recentissimo passato perché solo così emergono positività o negatività». Ad affermarlo l’ex consigliere delle Liste civiche Dino Latini.
Secondo i dati appena forniti dall’Inrca, cui è passata la “gestione” del nosocomio, 2395 sono stati i ricoveri totali nelle varie unità operative nel 2019 e 21mila e 573 al pronto soccorso. «Il confronto è impietoso: oggi si effettuano il 47,63% di prestazioni in meno di quelle che si effettuavano nello stesso ospedale, allora dell’Asur, nell’anno 2015 – continua dati alla mano -. È l’effetto di reparti chiusi, personale carente, servizi dismessi ufficialmente o di fatto, medici non sostituti, attività rinviate in altre strutture ospedaliere. Avrei voluto dati diversi che dimostrassero come rispetto a soli tre anni fa l’ospedale aveva se non numeri maggiori almeno uguali al posto di un trend negativo. Il pronto soccorso, che il piano sanitario regionale prevede chiuso, anche adesso ha dati molto più bassi rispetto al 2015. Prima vi si portava di tutto e ci si svolgevano tutte le urgenze (dal codice verde a quello rosso). Adesso no perché gli ambulatori sono un servizio ma non sono reparti specialistici che si possono reperire e coinvolgere se si hanno urgenze al pronto soccorso».
A rinforzare la carenza cronica di personale, ancora lamentata, sono in arrivo due medici e presto sarà nominato il nuovo primario del pronto soccorso. «Le ambulanze che coprono 12-13 Comuni non portano quasi più nulla di urgenza a Osimo – dice Latini -. Di duemila e cento chiamate nel 2019 il 50% ha visto portare i pazienti (bambini compresi) ad Ancona o da altre parti».