Attualità

Osimo, monta la polemica sul futuro della sanità cittadina

Da un parte le esigenze dell'Usca, dall'altra la mancanza di un centro vaccinale di prossimità fino alla polemica del mancato inserimento dell'ospedale tra le richieste per i fondi Pnrr

L'ospedale di Osimo
L'ospedale di Osimo

OSIMO – La polemica sulla sanità in Valmusone si infiamma su vari fronti, adesso che l’emergenza pandemica sembra essere più sotto controllo grazie ai vaccini ma non è di certo terminata. È il consigliere di Progetto Osimo futura, il dottor Achille Ginnetti, a tracciare un bilancio dell’operato dell’Usca in particolare. Il medico è tra i coordinatori dell’Unità di Osimo Stazione, per cui l’Asur ha indetto una manifestazione di interesse per il trasferimento: «Alla sede dell’Usca si è tornati a una situazione di pressoché normalità. La politica purtroppo non ha risposto celermente per un punto di esecuzione dei tamponi. Si è caricato l’Usca da novembre scorso del percorso guarigione scuola, ogni pomeriggio c’erano 150 bambini tamponati per il percorso non di competenza Usca. I decisori politici l’hanno deciso, unici responsabili delle code lungo la statale 16 tanto lamentate. La sede comunque potrebbe rimanere lì e non essere trasferita come serviva prima. A settembre dovrebbe terminare la propria funzione ma poi la terapia domiciliare del Covid da chi verrà seguita? Da aprile 2020 serviamo un bacino di 90mila persone e una residenzialità di tremila posti letto. Nei 24 mesi di pandemia sono stati fatti oltre 26mila e 500 tamponi e ottomila persone sono state visitate a casa (il 97 per cento delle quali è stato curato a domicilio). Dispiace molto che Osimo non sia riuscita poi ad avere un centro vaccinale di prossimità. Dopo un anno e mezzo ancora niente ma ci siamo scontrati con tutti gli organismi che ci hanno dato risposte evasive. La politica, come si vede anche questa volta, ha dei tempi che non corrispondono con le esigenze dei cittadini».

Il sindaco chiede aiuto alla Regione

Il sindaco Simone Pugnaloni poi con tutta la maggioranza Pd fa presente un’altra questione: «La Regione e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ripensino alla distribuzione dei fondi Pnrr previsti in questa fase anche per l’adeguamento strutturale degli ospedali di comunità (sei milioni di euro per l’Area vasta 2) e le case di comunità (16 milioni di euro per la sola Area vasta 2). Ad Osimo non sono previsti interventi eppure l’immobile che ospita il Ss. Benvenuto e Rocco, ancora di proprietà Asur, avrebbe bisogno di interventi di adeguamento sismico e concludere alcune questioni su antincendio in dirittura d’arrivo. Sarebbero stati necessari ingenti investimenti (almeno due milioni e mezzo di euro con una forbice fino a cinque) e così la scelta politica è stata di destinarli a tantissime altre strutture sanitarie, tranne Osimo, dove gli interventi sarebbero stati anche più complessi, ma indispensabili per dare un futuro alla struttura quando, entro un paio di anni, i reparti saranno trasferiti al nuovo ospedale dell’Aspio». Durante l’ultimo Consiglio comunale, nel dibattito sull’ordine del giorno presentato dal Pd che impegnava la giunta comunale a sollecitare la Regione a farsi carico di investire risorse sulle strutture sanitarie pubbliche di Osimo, le Liste civiche hanno votato contro dicendo che questi fondi del Pnrr non erano previsti per adeguamenti sismici o antincendio. «Non risulta vero, semmai si è preferito destinarli ad interventi più immediati e meno costosi. D’altro canto ci hanno spesso accusato di non valorizzare e usufruire del ruolo del loro coordinatore di presidente del Consiglio regionale ma era questo il momento in cui far sentire il suo peso politico, invece ha preferito spingere Asur a indire una manifestazione di interesse per spostare il poliambulatorio in una struttura privata, avviso il cui esito non ci è ancora stato comunicato, come quello per la nuova sede Usca di Osimo. Investire sulla ristrutturazione del Ss. Benvenuto e Rocco con i fondi del Pnrr per trasferirci un domani i servizi sanitari territoriali come appunto il poliambulatorio, risparmiando i fitti passivi di una sede privata, è un tema per il quale l’amministrazione comunale si batterà in Regione. E soprattutto non solo poliambulatorio ma anche ospedale di comunità usufruendo dei posti letti già esistenti per creare spazio ad una rsa e per le cure intermedie».